BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

A Roma la mensa autogestita dove chi ha bisogno può pranzare gratis

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A Piazza dei Decemviri a Roma fino al 21 dicembre “La Tenda contro la crisi”, dove la miseria si combatte con la condivisione. Proseguono le iniziative del progetto della Rete territoriale del VII Municipio Cinecittà Bene Comune, che oltre alla mensa ha attivato un ambulatorio sociale e uno sportello di orientamento

ROMA – In piazza dei Decemviri a Cinecittà, fino al 21 dicembre resterà aperta La tenda contro la crisi. L’iniziativa, presente nella piazza che si trova di fronte alla Parrocchia di Don Bosco, si affianca alle attività dell’ambulatorio di medicina di strada aperto nel 2008 da Antonio Calabrò, il medico fondatore dell’associazione Condividi. Il progetto della “Tenda contro la crisi” ha preso vita tre anni fa, su iniziativa della rete territoriale del VII Municipio Cinecittà Bene Comune. Un coordinamento composto da tante realtà tra cui Asia Usb, i centri sociali Spartaco, Cortocircuito e Scup, la Casa delle donne Lucha y Siesta, l’associazione Cinest, l’Agenzia dei Diritti del VII Municipio e numerosi comitati di quartiere. Insieme all’ambulatorio e alle attività di sportello sul lavoro, sul diritto all’abitare, sul debito e sulla violenza contro le donne, da quest’anno è stata attivata una mensa popolare autogestita in cui dal giovedì alla domenica chi ne ha bisogno può pranzare gratuitamente. Il progetto provvede anche alla distribuzione di pacchi alimentari di prima necessità. “La raccolta alimentare viene supportata anche da una rete di cittadini, di amici, negozianti e di abitanti del quartiere che hanno capito l’importanza del progetto ed hanno scelto di darci una mano per quello che possono”, racconta una delle attiviste.

“L’utenza che fino ad oggi si è rivolta alla tenda è costituita principalmente da persone senza fissa dimora, migranti, anziani e famiglie in emergenza abitativa. Quello che cerchiamo di fare è tentare di costruire una rete, perché crediamo che lavorando insieme si possa rispondere concretamente alle necessità e ai bisogni di coloro che si trovano è in grave difficoltà – spiega Manuela dell’Agenzia dei Diritti del VII Municipio che offre supporto legale nello sportello sul diritto all’abitare -. Numerose famiglie che prima della crisi riuscivano qui a vivere dignitosamente, ora si ritrovano sotto la soglia di povertà. Negli anni alcune zone di questo Municipio che si estende su di un’area molto vasta, a Sud-Est della Capitale si sono impoverite molto ed è cresciuto enormemente il numero di quelli che vivono in condizioni economiche precarie, degli anziani che non riescono ad arrivare alla fine del mese, di chi ha perso il lavoro o ha perso la casa perché non riesce a sostenere i costi di un affitto. I tanti problemi sono correlati, per questo l’idea del coordinamento è quella di lavorare insieme per il territorio, per offrire un supporto concreto alla cittadinanza ed essere in grado di agire a trecentosessanta

È in questa logica che si muovono i vari sportelli gratuiti che sono attivi da varie settimane nella tenda. L’obiettivo è quello di sostenere i cittadini che ne hanno bisogno, attraverso attività di informazione, orientamento e di consulenza legale. Gli sportelli sui diritti seguono infatti le problematiche relative al lavoro, al reddito, alla casa, offrono consulenza alle donne vittime di violenza ed in merito ai distacchi delle utenze.  Attraverso questa rete di sostegno l’iniziativa cerca di offrire un aiuto concreto e non assistenziale a chi paga il prezzo più alto di questa crisi, in un momento in cui il “centro” e le istituzioni sono sempre più lontane, mentre il numero degli sfratti cresce e gli sgomberi delle occupazioni aumentano, senza che il Comune sia in grado di offrire un’alternativa reale, come emerge anche dalle parole di Alessandro della Rete Cinecittà Bene Comune. A Roma l’emergenza abitativa è enormesono almeno diecimila, infatti, le persone che vivono in residence, ex-alberghi, o sedi di strutture pubbliche occupati. Stabili spesso vuoti ed abbandonati, sottratti alla speculazione edilizia e al degrado, per i quali l’articolo 5 del Piano Casa Renzi-Lupi vuole imporre il taglio delle utenze.

Anche il progetto di assistenza sanitaria, come ci racconta Marco Codelupi dell’associazione Condividi, fondata da Antonio Calabrò si muove sulla base dello stesso presupposto. Dal 2008 il container è presente in piazza dei Decemviri e attraverso una rete di  medici, infermieri e volontari offre assistenza medica gratuita a tutti quelli che “sono fuori dal sistema o ne hanno paura”. Insieme all’ambulatorio di medicina di strada l’associazione promuove corsi di italiano per stranieri e un progetto che si rivolge a bambini e ragazzi in difficoltà.

In un quartiere in cui la speculazione edilizia, le mafie, la cementificazione (è proprio nella chiesa di Don Bosco che si sono stati celebrati lo scorso agosto i funerali del boss dei Casamonica) e le problematiche sociali ed abitative si riflettono in maniera sempre più consistente sulla vita delle persone, è proprio dal basso che arrivano le risposte più forti. Per questo, la rete cerca di costruire percorsi e alternative che siano in grado di immaginare risposte differenti, di aprire spazi di ricerca, di confronto e di resistenza concreti.

Un progetto di mutuo soccorso che nasce e cresce dall’iniziativa di tanti uomini e donne che vivono i quartieri del quadrante Sud-Est della Capitale e che ogni giorno lavorano e si scontrano con le problematiche della precarietà e dell’abbandono delle periferie, nell’ottica di difendere il territorio e i diritti delle persone che lo abitano. Un laboratorio politico e sociale, che mette insieme le forze di quelli che dal basso si muovono verso la costruzione di pratiche e di percorsi comuni, e che agiscono al di là delle retoriche istituzionali, perché com’è scritto sul lato del container dell’ambulatorio sociale, “l’abbondanza che genera miseria si combatte con la condivisione”. (Marta Menghi)

Da redattoresociale


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