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COP21, l’accordo slitta. I sindacati “Non c’e’ lavoro su un pianeta morto”

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PARIGI – “Non c’e’ lavoro su un pianeta morto”. E’ questo lo slogan con il quale i movimenti sindacali si muovono con forza affinche’ alla COP21 di Parigi si arrivi a un accordo ambizioso sui cambiamenti climatici.

“La preoccupazione del sindacato è concentrata innanzitutto sugli aspetti che riguardano la cosiddetta ‘ambizione’ dell’accordo – spiega ad Askanews Simona Fabiani, responsabile Ambiente e Territorio della Cgil, che ha seguito in questi giorni i lavori della Conferenza sul clima – quindi la nostra preoccupazione è che si riesca ad accelerare la transizione verso un nuovo modello di sviluppo”. Ma questo sviluppo deve essere “sostenibile tanto da un punto di vista ambientale e climatico che sociale”, spiega Fabiani. Per far sì’ che non siano i lavoratori a pagare la transizione, “chiediamo che venga inserito nel testo dell’accordo, insieme al riconoscimento dei diritti umani, all’equita intergenerazionale, alla tutela dei popoli indigeni, anche la giusta transizione per i lavoratori e un lavoro dignitoso”.E’ necessario quindi, conclude la sindacalista “accompagnare quei lavoratori occupati attualmente nei settori che dovranno essere necessariamente dismessi, affinche’ possano avere una riqualificazione professionale ed essere riutilizzati nei nuovi settori sostenibili”.

Di sicuro la strada per arrivare a un risultato positivo non sembra così facile. Nonostante gli sforzi, manca in taluni casi la consapevolezza di quanto sta accadendo. Nel frattempo  i grandi della terra si sonmo presi altre 24 ore per sottoscrivere un accordo finale. Originariamente prevista per oggi la fine del vertice Cop21 e’ slittata a domani mattina, sabato 12 dicembre, con la firma dell’accordo prevista per meta’ giornata, come ha reso la presidenza francese del vertice.

Ieri sera era intanto emerso che nella nuova bozza dell’accordo i paesi si impegnerebbero a “mantenere l’aumento medio della temperatura globale ben al di sotto di 2 gradi” punando ad un ulteriore taglio di mezzo grado. I paesi si impegnerebbero anche a portare avanti gli sforzi per limitare l’aumento della temepratura a 1,5 gradi.

Da dazebao


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