La mostra FERITE, che rimarrà aperta nel Centro Luigi Di Sarro fino al 2 gennaio 2016, nasce dallʼidea dellʼArtista di lavorare sullʼimmagine delle donne. Unʼimmagine che sia rivelatrice del carattere controverso e insieme potente dellʼuniverso femminile, inevitabilmente forzato in stereotipi e ruoli che ne alterano lʼessenza, ma anche capace di rigenerazioni profonde e coraggiose. Ferite è dunque una metafora della violenza inflitta (dallʼuomo, dalla società o dalle donne stesse), una violenza non necessariamente fisica o verbale quanto incarnata dal piegare, adattare e costringere.
La scelta della fotografia come base di partenza dei lavori è motivata dalla capacità del mezzo, tra sguardo e registrazione, di rendere lʼemozione dei visi, delle bocche e degli occhi, usando la luce. Non interessa in questo caso la fotografia in termini tecnici quanto la sua capacità di essere mezzo di raccordo ideale tra sguardo e sguardo, quello delle donne e quello di chi le guarda, incontro ulteriormente potenziato dalle pieghe che lʼartista fa sulle immagini creando un disegno di ombre e luci tale da filtrare e drammatizzare le figure, ma anche un oggetto- ritratto che scaturisce appunto dallʼoffesa dei volti.
Perché la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani fondamentali ed è ancora una pandemia globale. È la conseguenza di una diffusa volontà che produce discriminazione e diseguaglianza tra uomo e donna. Con queste parole di Ban Ki-moon, l’Onu dice al mondo che questa violenza si può sconfiggere:
“Tutti noi abbiamo un ruolo da giocare, e io vi incoraggio a fare il vostro. Se rimaniamo uniti a casa, nelle comunità, a livello nazionale ed internazionale, noi possiamo sfidare la discriminazione e lʼimpunità e porre fine a quelle mentalità e abitudini che incoraggiano, ignorano o tollerano la globale vergogna della violenza contro le donne e le ragazze”.
La mostra rimarrà aperta fino al 2 gennaio 2016 Orario: da martedì a sabato – 16.00 / 19.00