Cantano la Marsigliese i ragazzi affacciati su Piazza del Popolo, rompendo il silenzio. Devono cantare. Sulla bandiera della Francia che scende dalla balconata hanno scritto: Roma sei con noi? Sono tutti francesi e hanno tra i 15 e i 17 anni. Uno di loro non canta, l’inno del suo paese d’origine lo urla. Dopo aver portato fiori e pensieri in Piazza Farnese, i cittadini romani, francesi, cristiani, musulmani stringono ora un cero nella mano, stretti a loro volta intorno a Parigi, alle 128 vittime del terrorismo. «Siamo tutti Parigi», «No alla violenza e alla paura», «Siamo tutti francesi», la Torre Eiffel in un cerchio disegnata da Bansky è il nuovo simbolo della pace: innalza questi e altri striscioni la folla di Piazza del Popolo.
È stata organizzata in poche ore la manifestazione in solidarietà con la città colpita ancora una volta dal terrorismo. Si sono mossi i Presidenti dei Municipi romani, tra gli appelli alla responsabilità fatti questa mattina dalla Questura di Roma e l’assenza di un Sindaco nella Capitale.
Oltre al segretario generale del Centro islamico, Abdellah Redouane, c’erano Riccardo Pacifici della comunità ebraica di Roma, i politici Nicola Zingaretti, Gianni Cuperlo, Stefano Fassina, Roberto Giachetti, l’ex sindaco Ignazio Marino, i sindacati Cgil, Cisl e Uil di Roma e Lazio e tante associazioni.
Una manifestazione silenziosa, i cui partecipanti però non potevano fare a meno di chiedersi adesso cosa accadrà.
Cosa succederà in Francia? E durante il Giubileo a Roma? Articolo21 lo ha chiesto alla Presidente del I° Municipio, Sabrina Alfonsi (Pd): “Abbiamo deciso di indire questa manifestazione perché ci è sembrato giusto che fosse prima di tutto l’Istituzione a dimostrare la solidarietà ai parenti delle vittime, al popolo francese. Che fosse Roma insieme a tutta quanta l’Europa a dare una risposta a questi attacchi terroristici. Roma è vulnerabile per la mancanza del Sindaco ma i Presidenti hanno convocato la manifestazione e sono stati qui presenti con le loro fasce anche per dimostrare che nella Capitale un’Istituzione e una politica ci sono; è chiaro che il grosso lo fanno le Forze dell’ordine e l’Intelligence ma non si può rispondere solamente in questo modo o con manifestazioni individuali: metterò anche io questa sera una candela alla finestra ma non si può rimanere dentro casa. Dobbiamo dimostrare che le nostre piazze sono sicure e bisogna scendere in piazza. Tutti quanti insieme. Abbiamo lanciato un appello alla città: un’ora di manifestazione, un’ora di lotta alla paura. L’evento giubilare non ci spaventa. La strategia del terrore è proprio quella di intimorire, è questo che vuole l’Isis: intimorirci per andare dove vogliono loro. Ma Roma è una città da sempre fondata sull’integrazione e sul dialogo interreligioso. Oggi abbiamo dimostrato che non ci fermiamo”.