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Giornalisti, in 5 anni perso 12,2% di posti di lavoro

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Rallenta il trend discendente dei ricavi degli 8 principali editori italiani: migliorano i conti di Sole 24 Ore, L’Espresso e Caltagirone e anche gli altri gruppi riducono le perdite. Non si ferma, al contrario, l’emorragia di posti di lavoro nel settore, compresi quelli dei giornalisti. È quanto emerge dal “Focus R&S” sull’editoria del centro studi di Mediobanca.

Negli ultimi 5 anni il giro d’affari dei maggiori 8 gruppi editoriali italiani si è ridotto di 1,9 miliardi a 4 miliardi nel 2014, con 1,8 miliardi di perdite. È quanto emerge dal “Focus R&S” sull’editoria del centro studi di Mediobanca presentato a Milano.
Scende il peso della pubblicità sui bilanci degli 8 big player nostrani mentre cresce quello della diffusione, con l’indice della redditività in miglioramento rispetto al recente passato.
Gli otto gruppi editoriali esaminati dal focus sono Mondadori, Rcs, L’Espresso, il Sole 24 Ore, Monrif, Caltagirone, La Stampa (oggi Itedi) e Class e rappresentano il 70% dei ricavi complessivi del settore editoriale italiano, con i rispettivi quotidiani che valgono il 60% della diffusione cartacea nazionale e oltre l’80% di quella digitale.
La leadership per la diffusione dei quotidiani, considerando anche i giornali locali, va all’Espresso, mentre Mondadori è il primo operatore sia nell’editoria libraria, con il 38% del mercato, che nei periodici, con il 31% del mercato.
Lo studio evidenzia poi come il trend negativo (ancora in discesa nel primo semestre 2015) appaia in rallentamento: complessivamente il fatturato aggregato degli 8 gruppi si riduce del 4% rispetto a un anno fa portandosi a 1,8 miliardi, mentre solo il Sole 24 Ore vede una crescita del 3% dei ricavi. E oltre alle performance stabilmente positive dell’Espresso (22 milioni), passa in utile nei 6 mesi anche Caltagirone (1 milione).
Nel 2014, inoltre, tutti i risultati sono in miglioramento rispetto al 2013: L’Espresso passa da un utile di 3,7 milioni a 8,5 milioni, La Stampa e Mondadori ritrovano l’utile (per 0,6 milioni) e gli altri riducono comunque sensibilmente le perdite nell’esercizio. La struttura finanziaria è mediamente solida e generalmente sopra i livelli del 2013. Fa eccezione il gruppo Monrif che ha debiti finanziari per 5 volte il capitale netto, ma fa registrare il minor calo diffusionale.
Quanto all’occupazione, nel quinquennio il calo complessivo degli occupati è stato del 26,6%, con la forza lavoro giornalistica che si riduce del 12,2% nei 5 anni e del 5,2% nel solo confronto tra il 2014 e il 2013.
Magra consolazione: il calo della diffusione dei quotidiani non è un fenomeno solo italiano, ma un problema europeo. Se in Italia la riduzione delle copie medie giornaliere diffuse è stata del 29,8%, in Spagna è stata del 37,5%, nel Regno Unito del 21,9%, in Germania del 14,6% e in Francia del 13%, mentre sul fronte dei ricavi da diffusione si registrano perdite pari al 5,5% per il Sun (Regno Unito), 4% per il Daily Mail (Regno Unito), 1% per Le Figaro (Francia).


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