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Intercettazioni e minacce. FNSI raccoglie firme e lancia mobilitazione

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Tra i primi firmatari il costituzionalista Stefano Rodotà. Giovedì sit in a Roma davanti al Tribunale dove ha inizio processo Mafia Capitale

“No al nuovo tentativo di mettere per legge il bavaglio alla stampa”: a lanciare l’allarme ’emergenza informazione’ è stata il 3 novembre 2015 la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il sindacato unitario dei giornalisti, pronta a mobilitarsi contro la legge delega  che affida al governo Renzi  “il potere di stabilire le regole sulla pubblicazione delle intercettazioni” e contro “le continue intimidazioni e minacce ai giornalisti, che da più parti mettono in pericolo la libertà di informazione”.

Tra i primi firmatari dell’appello (che si può sottoscrivere online) ci sono: Stefano Rodotà, i gironalisti Marino Bisso e Arturo Di Corinto, e inoltre, tra gli altri, Articolo 21, Arci, Anso, Fnsi, Gruppo Abele, Il Fatto quotidiano, Libera, Ordine dei giornalisti, MoveOn, Stampa romana, Usigrai.

Tra le proposte sul tavolo, la necessità di un coordinamento internazionale di giornalisti a livello europeo contro “i ripetuti e dilaganti attacchi alla democrazia e alla libertà di informazione”, un primo sit in a Roma giovedì davanti al tribunale dove inizierà il processo a Mafia Capitale e un comitato di avvocati di cui avvalersi per cause di lite temeraria, per chiedere cioè risarcimento a coloro che abbiano intentato (e perso) cause per diffamazione ‘preventiva’ a danno di giornalisti. (ANSA)

ASP

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