In pochi ci avrebbero creduti ieri, eccetto forse il leader del partito centrista (Piattaforma civica) sconfitto che domenica, proprio qualche ora prima che chiudessero i seggi, aveva disegnato un risultato che è risultato poi quello effettivo: il partito conservatore ed euroscettico di Jaroslaw Kaczinski ha ottenuto il 39,1% dei voti con la candidata vittoriosa che si chiama Beata Szydlo e, con ogni probabilità, può governare da solo senza bisogno di una coalizione intorno a sé contro appena il 23,4 % raggiunto dal partito rivale che ha governato negli ultimi otto anni e che ha presentato come candidata un’altra donna, Ewa Kopacz.
Aggiungiamo subito che l’uomo forte del partito che ha vinto ha già espresso con chiarezza in più occasioni le sue idee che si ispirano all’Ungheria di Orbàn e vuole fare di Varsavia una nuova Budapest ed è fortemente contrario all’Unione Europea e ai migranti che premono sulla Polonia come su tutta l’Europa comunitaria. Il primo pensiero del vincitore è per il fratello Lech, il gemello presidente morto cinque anni fa nell’incidente aereo di Smolenk. Il secondo pensiero è a “chiunque voglia unirsi a noi” anche se i numeri sono così schiaccianti da non richiedere una coalizione al Pis, Diritto e giustizia come si chiama il partito che di fatto guida con tutta la sua esperta energia.
L’onda nera dell’Est ha raggiunto così la Polonia e non è bastata una crescita economica che negli ultimi dieci anni ha raggiunto il 50% e una disoccupazione che ancora oggi è inferiore al 20%. Hanno pesato invece gli scandali e la corruzione. La destra ha vinto promettendo assegni familiari, età pensionabile più bassa, assistenza gratuita degli over 75 anni, tasse alle società multinazionali e agevolazioni alle imprese che usano tecnologia polacca. Insomma c’è un uomo solo al comando e l’unica sorpresa elettorale è stato il 9% di Pawel Kukiz, una sorta di Grillo polacco. Che forse darà il suo appoggio ai vincitori, se glie lo chiederanno. Siamo in una stagione in cui ci saranno altre elezioni come quelle argentine e forse in altri Paesi europei. Ora bisognerà vedere se i risultati polacchi sono stati un segnale importante oppure no. Nel primo caso c’è da temere che si tratti dell’inizio di una riscossa della destra contro una sinistra divisa e spesso incapace di riprendersi il centro della scena.