Iraq,scontro sui raid italiani, Corriere. “Sui raid decide il Parlamento”, ricorda Repubblica che poi insiste sullo “scontro Nato Putin” in Siria. Beh, se il governo non avesse chiuso al “Senato delle Garanzie”, proposto a suo tempo da Tocci, Casson, Corsini e Chiti, ogni azione militare avrebbe dovuto essere ratificata da 150 senatori eletti in modo proporzionale. Senza consenso del popolo, niente guerra. Con l’Italicum, decide invece il governo. Il quale, come da tradizione in Italia, ha idee confuse e oscilla come una foglia al primo vento d’autunno. Leggete, in proposito, Roberto Toscano sulla Stampa e Lucio Caracciolo per Repubblica. Prima Renzi ha cercato il via libera da Putin e Obama per un’azione militare in Libia, poi ha sfottuto Hollande che mandava mirage in Siria, ha accusato Prodi di parlare di guerra al Daesh per poter stare sui giornali, fino a quando qualche generale americano deve avergli chiesto: Ma che fai, il bischero? E lui manda 4 Tornado.
Sui contratti il capitolo è chiuso, dice Squinzi al Sole24Ore. Governo e Confindustria vogliono farla finita con la contrattazione sindacale. Sul piano nazionale, a regolare le paghe di operai e impiegati ci penserà il governo, fissando un minimo salariale. In azienda sarà il padrone a decidere quale bonus possa, o non possa, essere concesso ai dipendenti in ragione dei risultati d’impresa. Non mi meraviglio. E comprendo la geometrica potenza di un’impostazione siffata. Il capitalismo è quel che è e non si può cambiare, il debito italiano è un dato, immodificabili le regole imposte dai trattati, nulla si può mettere in questione. Alla politica -secondo Renzi- non resta che ottimizzare gli spazi residui. E dunque bonus e tagli fiscali decisi a Palazzo Chigi. Il resto, diritti, contrattazione, intese, è noia. Vecchia politica. Può funzionare un paese gestito così? Sì, può funzionare. Ma se cambia il mondo, e sta cambiando, il comando crolla e il paese pure.
L’Italia fa meglio della Germania, lo ha detto il Fondo Monetario Internazionale. Matteo esulta: Ciarea, gufi! Non sono affatto sorpeso. Gli economisti del Fondo hanno spiegato in realtà che l’economia rallenta, la crescita globale sarà del 3,1% e non del 3,6 come si sperava. La Germania pagherà dazio anche per l’affare Volkswagen. L’Italia, invece, può crescere dello 0,8 quest’anno e dell’1,3 nel 2016. Sempre molto poco, ma relativamente meglio. Come mai? Vi sembrerà strano, ma la ragione è che abbiamo disinvestito dai settori chiave e ci presentiamo sui mercati non come un sistema, ma come un crogiolo di sotto sistemi. I quali, uno per volta, prendono il refolo di vento (la ripresa) da dove arriva. Inoltre corruzione ed evasione hanno costituito un bel gruzzolo di riserva. Con tassi bassi e la BCE che stampa denaro, si può sperare che questo gruzzolo venga speso, incrementando i consumi se non gli investimenti. Ma l’occupazione non crescerà. D’altronde -l’ho già scritto- la Spagna leader in Europa, con il 3,1 di crescita quest’anno , ha oltre 4 milioni di disoccupati.
Chi è Max Schrems e in che guai ci ha messo? É un ragazzo austriaco di 28 anni, il quale ha ritenuto che i suoi dati personali, consegnati -come quelli di ognuno di noi- a un social network, fossero trattati in America con disinvoltura, violando il suo diritto alla privacy. La Corte Europea di Giustizia gli ha dato ragione e oggi Financial Times scrive che “i titani della tecnologia americana sono sconvolti” per la decisione. Non sanno come fare. Continua, dopo Snowden, il conflitto tra libera rete e potere. La politica italiana non se ne cura.
Con chi hai cenato quella sera? Tempesta sul povero Marino: doveva pagare lui o poteva farlo il Comune? Che pena. Io credo che gli stipendi degli amministratori debbano essere congrui, ma tutti dichiarati e personali. Senza note spese, nè sincere nè taroccate.