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Immigrazione Serbia: Save the Children, aumentati del 66% i bambini soli arrivati nel paese tra luglio e agosto, in precarie condizioni di salute e a rischio sfruttamento

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Anche in Serbia, oltre a Italia, Grecia e Turchia, l’Organizzazione attiva con progetti di supporto e protezione per i minori migranti. A Belgrado allestiti “spazi a misura di bambino” nei parchi pubblici per supportare i profughi.

Tra luglio e agosto si è registrato in Serbia un incremento del 66% negli arrivi di minori non accompagnati, che si trovano in condizioni di salute sempre più difficili e precarie. Tra gli oltre 130 mila profughi arrivati nel Paese dall’inizio dell’anno, ci sono infatti 25mila bambini, dei quali oltre 5700 sono soli, circa uno su quattro, e sono i più vulnerabili e a rischio di tratta e sfruttamento. Questo l’allarme lanciato oggi da Save the Children, l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini e tutelarne i diritti, che sta operando in Italia, Grecia e Turchia con programmi a favore dei minori migranti.

“Centinaia di bambini arrivano qui ogni giorno esausti e molti di loro si sono ammalati per le difficili condizioni che hanno incontrato durante il viaggio. La chiusura della frontiera da parte dell’Ungheria ha spaventato ulteriormente le loro famiglie che non sanno dove andare e cosa ne sarà di loro”, denuncia Andrea Zeravcic, Direttore di Save the Children nell’area Nord-Ovest dei Balcani. “Sono fuggiti da sofferenze inimmaginabili e hanno rischiato la vita per arrivare qui. I leader europei hanno il dovere di aiutarli”.

La maggior parte dei rifugiati giunti attualmente in Serbia arrivano dalla Siria, mentre il 15% proviene dall’Afghanistan, il 5% dall’Iraq, il 2% dal Pakistan e il 2% dalla Somalia. Migliaia di loro sono entrati dalla Croazia nelle ultime 48 ore in seguito alla chiusura del confine ungherese avvenuto all’inizio di questa settimana e stanno continuando il loro viaggio verso la Slovenia per raggiungere gli altri paesi europei. In questo momento la Croazia ha chiuso sette degli otto valichi di frontiera con la Serbia e non ci sono al momento percorsi alternativi certi che possano essere intrapresi dai profughi. Si prevede che il numero dei profughi possa aumentare ancora proprio a causa del passaggio obbligato attraverso la Serbia per raggiungere le loro mete di destinazione in Europa.

Save the Children, che opera in Serbia dal 1994 e da quattro anni ha attivato nel Paese un programma di sostegno a favore dei minori migranti, ha predisposto degli Spazi a Misura di Bambino per supportare bambini e mamme e sta distribuendo generi alimentari, acqua e kit per l’igiene dei più piccoli. Gli spazi sono stati allestiti in due parchi di Belgrado e qui i bambini stanno ricevendo anche supporto psicologico per superare i traumi subiti durante il viaggio e stanno beneficiando di attività educative.

Nonostante gli sforzi delle autorità serbe, l’enorme flusso di persone sta creando grandi difficoltà e i rifugiati sono in condizioni di sovraffollamento e con precarie condizioni igieniche in centri di ricezione e spazi pubblici come parchi e stazioni. Sono numerosi i casi di bambini stremati e che hanno bisogno di acqua e cibo, riportati dallo staff di Save the Children, soprattutto tra quelli arrivati più recentemente, e molti di loro hanno bisogno anche di assistenza medica.

Le strutture di accoglienza in Serbia sono assolutamente insufficienti a far fronte ad un flusso senza precedenti – denuncia Save the Children – e questo espone in particolare i bambini, che sono i più vulnerabili, a gravi rischi: ci sono infatti solo 920 posti letto in cinque centri di asilo, più altri 26 in un centro temporaneo al confine con la Macedonia, e tende per 800-1000 persone a Kanjiza.


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