Il giornalista ha scritto per Ossigeno questa riflessione sull’attentato incendiario che venerdì notte ha distrutto la sua automobile
di Gennaro Tedesco – Ho scritto tante volte di attentati, di macchine bruciate, di legalità. Ma questa volta è diverso anche se è la seconda volta che di notte i carabinieri suonano alla mia porta di casa per lo stesso motivo.
Il messaggio è chiaro: “parli troppo”, “scrivi troppo”, “fatti i fatti tuoi”. Dietro l’esecutore materiale di questo gesto vedo una cultura fatta di pregiudizi e di ignoranza, di una insopportabile prepotenza e delirio di onnipotenza, di maniaci del culto della propria immagine. Immagine che non può essere toccata e sporcata, né distorta da uno specchio che deforma realtà e immagini.
Credetemi, da anni mi censuro e reprimo i miei istinti di giustizia e di cambiamento, schiacciato in una forma di solitudine e di incomprensione.
In questo territorio le cose non vanno bene. Tutti lo diciamo. Tutti lo pensiamo. Ma pare che gli errori commessi dagli uomini non possano essere corretti da altri uomini. Siamo tutti in attesa di un miracolo, ma i miracoli avvengono raramente.
Qui si pensa che un giornalista non può avere opinioni politiche, non deve esprimere un impegno civile. Deve solo interpretare il ruolo del portatore di microfono. Deve fare soltanto domande altrimenti rischia, innanzitutto la propria credibilità.
Io ho sempre pensato e interpretato il mio ruolo di giornalista in modo differente. Ho sempre cercato di stimolare curiosità e spirito critico, così come mi hanno insegnato a fare una quindicina di anni fa.
La mia passione civile disturba, ma è sempre stata la mia forza, la linfa che mi mantiene in vita, è un’iniezione di coraggio che paragono all’insulina.
Nelle ultime settimane ho subito numerosi attacchi, e sapevo, ne ero certo, che sarebbe successo qualcosa di più violento. Lo sentivo. È successo troppo presto e io non ero pronto. Sì, il messaggio è arrivato.
Adesso devo riorganizzare idee e pensieri, e recuperare un po’ di spirito per pensare ad una risposta seria, che superi lo sconforto delle prime ore, che sconfigga il pessimismo che violentemente si impossessa dello spirito e della testa. Ma intanto voglio ringraziare gli amici e i colleghi e tutti color che in queste ore mi hanno fatto sentire la propria vicinanza e chiedo scusa a chi si preoccupa per me.
Gennaro Tedesco
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