Il piatto piange. I titoli dei giornali in edicola celano male l’imbarazzo che si deve essere vissuto ieri nelle redazioni: Cosa gli raccontiamo? Repubblica tira la palla in angolo e pubblica una lettera del Presidente del Consiglio. Titolo “Renzi: sui profughi serve una svolta Ue”. Solo un “richiamo” però in prima pagina, il testo è in seconda e al titolo il giornale diretto da Ezio Mauro premette: “Austria un altro no”. Insomma, neppure Repubblica se la sente di avallare il racconto del premier secondo cui sarebbe del nostro governo il merito se la Merkel si vuole redimere e magari anche cambiare gli accordi di Dublino. Il Corriere torna sul tema ricucina il titolo di ieri: “Russia in Siria, tensione nei cilei”. Stampa apre con Ban Ki moon “Europei accogliete i profughi” e con l’uomo di Naledi, faccia da scimpanzè, piedi già umani. Il Giornale pompa Salvini: “pronto alla lista unica” e il Fatto “Il governo nelle mani di Alfano”.
Come si fa quando il racconto è difficile? Nel 71 Luigi Pintor si era inventato per il manifesto un lungo titolo discorsivo, che promuoveva la notizia con il commento. Non sono bravo come Luigi ma provo: Tutti si offrono di accogliere profughi siriani, tantopiù che nessuno sa come fermare il massacro in Siria. I Russi schierano truppe, gli occidentali si chiedono se sia meglio l’uovo (Combattere l’Isis) o la gallina (cacciare il macellaio Assad), i governi sunniti conbattono intanto Curdi e Sciiti nemici dell’Isis Un racconto che ha il merito di sottolineare il nesso tra immigrazione in Europa e la guerra in Medio Oriente. Naturalmente i migranti non sono tutti siriani, ma non ci sarà salvezza per noi tutti se non si spegne la guerra in Siria e in Iraq, cambiando i rapporti tra le potenze. Come chiede Papa Francesco.
Europa vo cercando. Dignitosissimo anche un titolo sulle vicende interne all’Unione Europea. Proviamo? Orban fa il bullo, Renzi il fenomeno, l’Austria ha paura. Davanti al fiume di migranti, i governi europei provano a salvare la faccia con il loro elettorato. In attesa dei compiti a casa di Frau Merkel. Noi oggi marciamo scalzi. Un po’ di sinistra, ma almeno evita il rato di plagio. Insomma, ci sta.
Poi c’è la crisi che cos’é? E infatti se ne scrive molto e la si spiega poco. Il Brasile scoppia di salute, ha ferro petrolio, soia, arance e caffè, ma le società di rating lo chiamano jumk, spazzatura. Perchè la Cina cresce meno e compra meno. È la crisi bellezza, quella vera. Qualcuno (la stampa) si consola invece con “il boom dei contratti fissi”. 786 mila assunti in 7 mesi: merito degli sgravi fiscali. Ma ora i soldi (da versare agli industriali) sono finiti. Se non si trovano, gli assunti torneranno partite Iva o torneranno a faticare con contratti fantasma. Se invece si il governo finanzia gli sgravi, il buco nelle casse dell’Inps supererà quello previsto (10 miliardi l’anno). E poi, tagliamo le pensioni?
La maggioranza non c’è più e il Parlamento non può votare nè le riforme nè le unioni civili. Ncd in crisi di nervi, Bersani vuole eleggere il Senato, Tavoli, tavolini, ricatti e ricattini. Il rottamatore sta affondando nella palude. Un po’ duro questo ma, capite, un giornale deve prendere sul serio chi lo governa. E dopo il diluvio estivo di proclami e promesse asfaltatrici, un certo disincanto è comprensibile. O no?
Ecco su tutto il controcanto di Altan: “Ospito un profugo anche se non ho il riscaldamento, il cesso è esterno e di notte russo”
Ogni mattina il caffè cerca di fare i conti con le notizie dei giornali, ma se i giornali non fanno i conti con le notizie? Pintoriano!