Nella presentazione dell’ultimo disco degli ‘A 67, “Naples Power”, lanciato dalle pagine di XL di Repubblica il critico Alfredo D’Agnese scrive che “la potenza musicale di Napoli assume ancora un ruolo di centralità”. In anni in cui la musica delle multinazionali la fa da padrona, un’affermazione del genere non è affatto superflua. Senza fronzoli o altri preamboli, la musica che da secoli nasce in quel di Partenope rappresenta una precisa analisi sull’evoluzione di una società ben più attenta di numerosi testi dati alle stampe.
Con “Naples Power” gli ‘A 67 hanno chiamato intorno a sé artisti importanti come James Senese, Teresa De Sio, Enzo Gragnaniello, Maria Pia De Vito, Tullio De Piscopo, Giovanni Mauriello, Edoardo Bennato i Zezi, Raiz e tanti altri ancora e li hanno fatto cantare i loro brani che il gruppo di Scampia, però, ha saputo abilmente rimodulare tessendo un percorso che parte dal Sud ma che guarda il mondo proprio come sa fare la melodia napoletana.
Si tratta di un disco vincente, capace di coinvolgere musicalmente chi l’ascolta e di offrigli le indicazioni da percorrere per conoscere e analizzare come sia stato governato e amministrato questo Paese e questo Sud. Ma la Canzone Napoletana e il nuovo Naples Power si sa, hanno sempre adempiuto a questo compito. Ad accompagnare il cd un libretto con racconti con altrettante importanti e interessanti firme come quella di Peppe Lanzeta, Massimo Cacciapuoti Carlo Lucarelli e Pino Aprile.