Una specie di Catto-Expo del conformismo cattolico che va dal tormento filosofico al padrepiismo, sempre con lo sguardo rivolto alla manutenzione delle relazioni con il potere, soprattutto governativo (ospite d’onore Renzi). CL non s’interroga sulla corruzione che ha recentemente coinvolto suoi adepti famosi come il dimesso Lupi, né i Memores Domini come Formigoni, Perego e confratelli vari, con società offshore, ville e imbarcazioni private e voto di povertà pubblico.
CL preferisce interrogarsi sulle “mancanze del cuore”, ma si tiene a distanza di sicurezza da riflessioni sulla propria mancanza di credibilità, dopo tutte le vicende che ne hanno offuscato la reputazione. L’atteggiamento è quello di sempre: invitare tutti, dal rappresentante PD a quello M5S fino a riesumare Bertinotti, ma soprattutto applaudire tutto. Insomma far capire che il cattolicesimo conservatore è di bocca buona e non si formalizza sulla coerenza. Anzi, questa mediocrità etica cromata da luccicante spiritualità è la sua forza. Che muove ancora molto consenso tra i frodatori devoti, soprattutto al centro e a destra. Proprio dove il potere s’affanna a trovare i nuovi voti.
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