A mano a mano che la nuova commissione parlamentare di inchiesta sul caso riguardante il misterioso rapimento di 55 giorni (seguito dal barbaro assassinio) di Aldo Moro, va avanti nel suo lavoro, emergono particolari e contraddizioni nella complessa storia di quei giorni e di quei mesi che creano nuovi problemi all’insoluta storia dei terrorismi italiani (con forti interventi di altri Stati e di entità più o meno statuali, o di associazioni come la P2 di Licio Gelli e simili) o a quella sempre aperta del rapporto tra le associazioni mafiose e la politica attuale e non c’è quindi da stupirsi più di tanto che, persino in queste calde giornate di metà agosto, si trovino ogni tanto nei lavori parlamentari, e successivamente su alcuni settimanali o in trasmissioni televisive, accenni a storie che riguardano, da una parte, la difficile (o impossibile?) cattura dell’ultimo boss di prima grandezza ancora libero di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, signore e padrone del circondario di Trapani, in Sicilia.
Per quanto riguarda, il caso Moro due testimonianze di inquiline di via Fani 96, la via del tragico agguato, la signora Armida Chamoun e la signora Franci hanno spiegato al magistrato Antonio Giammaria che ha presentato pochi giorni una relazione alla commissione parlamentare di inchiesta che nei giorni precedenti il rapimento c’era un continuo controllo da parte di diverse persone e che un uomo e una donna entrarono più volte nel palazzo e nel covo delle Brigate Rosse indossando caschi da motociclisti . E le due testimoni videro un uomo biondo “con gli occhi di ghiaccio” vestito da aviere. Ma dagli atti giudiziari precedenti non risulta che nessuno dei BR arrestati per il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri come affermano le due testimoni. In via Gradoli peraltro fu ritrovato l’elenco con gli acquisti per vestire un aviatore con l’intestazione “Fritz” e il RIS dei carabinieri sta indagando su alcuni reperti della base BR e sul DNA del presidente della DC ucciso.
Della signora Franci si sta cercando il verbale della sua prima testimonianza del 1978 che si ha difficoltà a ritrovare e si pensa a un confronto tra le due testimoni e gli altri abitanti di allora perché molto forti restano le contraddizioni che le BR non hanno mai risolto su quei giorni.
Il 5 novembre 1995, ad esempio, una delle persone che avevano in precedenza abitato nell’appartamento usato dai brigatisti, Barbara Balzerani, sostiene che la base fu sgomberata il giorno stesso del rapimento ma che non avvenne totalmente: “Ci siamo rientrati soltanto dopo la fine del sequestro, cioè il 9 maggio”. Circostanza peraltro impossibile se si parla dello stesso appartamento scoperto il 18 aprile precedente. Peraltro, sembra riemergere da altre testimonianze che , per un certo periodo, Moro sia stato tenuto prigioniero in via Gradoli, come negli anni medesimi si era ipotizzato, e le ipotesi si collegano a una serie di riscontri che riguardano il camorrista Raffaele Cutolo, Alessandro Ortenzi (vicino alla banda della Magliana) e il medico-nefrologo Giovanni Pedroni, il medico dell’Anello, servizio segreto clandestino.
Le altre rivelazioni che riguardano la latitanza del boss di Castelvetrano riguardano i viaggi e gli affari di Messina Denaro e che sono emersi da recenti indagini giudiziarie. “Certamente Messina Denaro può recarsi più facilmente in Sudamerica e in Paesi in cui sono ancora rapporti criminali interni. Penso ai paesi produttori di coca, in particolare Perù e Colombia e non si può affatto escludere che il boss possa contare su alleati e nei servizi e nelle forze dell’ordine, avendo di fronte a noi la storia di un depistaggio su stragi di via d’Amelio e di Capaci che in Italia dura da più di vent’anni. Sembrerebbe azzardato escludere che in Italia ci possano essere forme di tutela attraverso depistaggio o attraverso altre complicità.” Il vicepresidente della commissione, guidata da Rosy Bindi, non esclude anche le complicità in altri paesi europei come la Germania, la Francia e la Spagna. “Denaro ha una proiezione di sé stesso poco tradizionale, molto internazionale e imprenditoriale. Sicuramente i suoi interessi e spostamenti riguardano almeno tre continenti. “