Per ora, solo per ora, è archiviato il processo “Ambiente Svenduto” , per il disastro ambientale causato da ’Ilva, del quale la prima udienza è stata fissata per il 20 ottobre in Corte d’Assise. I rinvii a giudizio sono stati 44…ma nessuno dorme….
La Procura di Taranto procede nel suo stare attenta al siderurgico. Pare ci sia un’inchiesta altra, una sorta di inchiesta-bis, che muove i passi , sempre nella direzione della ricerca affannosa e mai semplice di verità e giustizia. Ci sono esposti, immagini, video, denunce e segnalazioni, mesi di lavoro che attendono riscontri dall’ autorità giudiziaria. Sotto oggetto di attenzione le gestioni commissariali a partire dal 2013. Sarebbe un nuovo filone quello di cui si sente parlare dopo i giorni appena trascorsi , quando sembrava chiusa per pausa estiva la questione Ilva, Altoforno 2 si, Altoforno 2 no.
Nessuno dimentica Patrizia Todisco, il gip simbolo della lotta contro l’inquinamento a cui le mamme di Taranto chiedevano di non spegnere i fari sull’Ilva ed i suoi fumi, la stessa donna che così scriveva nell’ordinanza di sequestro preventivo degli impianti dell’area a caldo nel luglio 2013:
“Non un altro bambino, non un altro abitante di questa sfortunata città, non un altro lavoratore dell’ILVA, abbia ancora ad ammalarsi o a morire…”
“La grave ed attualissima situazione di emergenza ambientale e sanitaria, imputabile alle emissioni inquinanti, convogliate, diffuse e fuggitive dell’Ilva, impone l’immediata adozione – a doverosa tutela di beni di rango costituzionale che non ammettono contemperamenti, compromessi o compressioni di sorta quali la salute e la vita umana – del sequestro preventivo dei predetti impianti funzionale alla interruzione delle attività inquinanti. Ciò, affinché – considerate le inequivocabili e cogenti indicazioni affidate alla valutazione dell’Autorità Giudiziaria dalle perizie espletate e dagli ulteriori accertamenti svolti nel corso delle indagini – non un altro bambino, non un altro abitante di questa sfortunata città, non un altro lavoratore dell’ILVA, abbia ancora ad ammalarsi o a morire o ad essere comunque esposto a tali pericoli, a causa delle emissioni tossiche del siderurgico”
Nessuno dimentica, nessuno dorme.
Ci sarebbero, dunque, segnalazioni e denunce, che la Magistratura accerterà con i suoi doverosi approfondimenti, in riferimento a slopping continui, dispersione di amianto. Le associazioni ambientaliste non si fermano e continuano il duro lavoro del fotografare, filmare, anche sotto i 40 gradi, e molto di più, che attanagliano la città in una bolla di calore, esasperando chi non respira qui in città, per raccontare che Ilva continua ad inquinare attraverso denunce ed esposti ad Arpa Puglia, Asl, Custodi giudiziari Ilva, anche se legge salva-ilva del marzo 2015, però, prevede per i commissari straordinari una sorta di scudo giudiziario, dunque si salverebbero da responsabilità eventuali nella fase di attuazione dell’AIA.
Nessun dormiva … nessun dorme adesso…e nessun dorma mai…
E la nostra città non dormirà mai in un letto di rovine, di degrado, non lo permetteranno le voci di chi protesta ancora e sempre, nonostante il sale gettato sulle ferite. E la sera si tinge di emozioni e colori che poche città e pochi mari sanno regalare…
Come le due barche che solitarie al tramonto sui pali delle cozze tarantine, continuano la loro vita di barche, che pescano e che ci chiedono di non dormire, di restituire alla città che splendeva sul mare i suoi raggi migliori.
(foto Vincenzo Aiello)