La battaglia è in Senato, la narrazione è renziana. “Sanità, via due miliardi di tagli” esulta Repubblica. Non dice che si tratta di vecchi tagli accettati dalla conferenza stato regioni, non degli ultimi annunciati dai renziani su Repubblica e che i risparmi resteranno -dovrebbero restare- alla sanità. Nè sottolinea come la maggioranza (con fiducia) sia stata risicata: 163 sì su 320 senatori. A pagina 11 la foto del presidente Grasso, con il mano il ventaglio dalla stampa parlamentare, che definisce “irrinunciabili” le intercettazioni e chiede: “si cambi la riforma del Senato”. La Boschi ha detto no, i democratici “dissenzienti” sarebbero 29.
“Nel Pd si apre il caso Azzollni: Zanda ai senatori, votate secondo coscienza”. Così il Corriere sotto il titolo in prima. Dopo aver votato sì all’arresto di Azzollini in commissione, ieri il Pd, con una mail di Zanda, ha evocato la “libertà di coscienza” per il voto in aula che potrebbe essere segreto, Come mai? Per non perdere -dicono alcuni- tira in aula un’aria pro salvataggio del senatore inquisito. Qualcuno nota che lunedì l’assenza in aula della metà dei senatori NCD ha fatto saltare per 4 volte il numero legale e la seduta Ricatto Alfano-Verdini al Pd? Può essere. Quanto al merito, non gioisco se un uomo finisce in carcere, ma penso che quel che vale per un signore senza nome debba valere per un senatore, a meno che non sia evidente un complotto dei giudici per non fargli fare il senatore. E non mi pare il caso.
Un anno fa, gonfio del 41 per cento alle europee, Renzi mi sbatté fuori dalla commissione Affari Costituzionali. Per lui la riforma del Senato era essenziale. Decisivo poter dire che avrebbe “tagliato la casta” (da 320 a soli 100 senatori e non eletti), più importante ancora concentrare ogni potere nelle mani del governo, senza intralci parlamentari se non aggirabili grazie all’irragionevole premio di maggioranza dell’Italicum. Quella battaglia resta, per lui, la battaglia
Rinvia a Roma, rinvia in Sicilia, rinvia in Europa. Su Roma: “Le accuse del viminale”, Corriere, che poi spiega: “fatti gravi (mafia capitale) , il sindaco ha sottovalutato”. “Nuova giunta. Marino sfida Renzi”, Repubblica. “Compromesso nel Pd”, la Stampa. Orfini l’oscuro diventa protettore di Marino, l’oscuro Raciti lo diventerà di Crocetta, e ai renziani non resta che chiedere la testa dell’uno e dell’altro.. in futuro. In Europa lo sfottono: ma come? te la prendi con le baby pensioni greche e poi chiedi flessibilità per regalare agli elettori il taglio, costoso e inefficace dell’Imu? Agli ambasciatori Renzi dice: abbatterò le tasse (al 24%), dopo aver asfaltato la sinistra Pd (con qualche defezione e il sostegno di Verdini) e vinto il referendun costituzionale (che vorrebbe trasformare in un referendum anti casta).
Non governo, ma governerò, quando avrò i pieni poteri. È il mantra del premier. E con 630 deputati, il premio di maggioranza alla camera e 100 senatori-consiglieri, finirà nell’ombra del premier anche il presidente della repubblica, il quale nomina un terzo dei giudici costituzionali! Non una democrazia liberale, ma il voto ogni 5 anni di un tiranno democratico. È questa è la partita, l’ultima che si combatterà in Parlamento. Se la sinistra Pd (25 + 4) si ritrarrà dalla lotta, come ha fatto purtroppo (con 3 sole eccezioni) con la riforma della scuola, diverrà persino inutile seguire le cronache parlamentari. Le opposizioni strilleranno,certo, ma solo in attesa delle prossime elezioni
Il deputato Sergio Mattarella -scrive il Fatto- fu conferenziere a Trapani per il circolo Scontrino, definito nella sentenza contro i mafiosi che uccisero Rostagno “paravento dei massoni”. Sì, a Trapani l’intera cupola bancaria, massonica, post feudale, protegge la mafia, e questo spiega la latitanza di Matteo Messina Denaro. Sì, la DC di Mattarella, come oggi il Pd di Faraone e Crocetta, con quei poteri e quei potenti, discuteva e discute. Perchè i politici siciliani fanno parte della medesima classe sociale. E la mafia, credetemi, è classe dominante, borghesia intermediaria e parassitaria, non solo pizzo e killer. Quegli ambienti trapanesi, io che sono nato nella provincia, non li ho mai frequentati, ma solo per la fortuna di essere nato con la lotta alla mafia di Mario Mineo. Leoluca Orlando non li ha più frequentati, dopo l’assassinio di Piersanti Mattarella di cui era consulente. E credo che anche Mattarella, in seguito, se ne sia tenuto lontano, preferendo l’abbraccio di Manfredi Borsellino. Questo dico, non contro il Fatto, ma perchè la mafia non è davvero un Ufo, nè chi la combatte un estraterrestre.