In una intercettazione sono definiti “miscredenti che Allah, prima o poi, colpirà e distruggerà”. L’editoriale di Chiocci. Solidarietà da parlamentari
di Alberto Spampinato
Giornalisti miscredenti che Allah, prima o poi, colpirà e distruggerà «in questa vita e nell’altra». Così una convertita italiana all’Isis, in una intecettazione telefonica, parla dei giornalisti del quotidiano “Il Tempo” di Roma, i quali hanno reagito rendendo noto di aver subito negli ultimi due anni numerose altre minacce, alcune per iscritto, altre, per telefono riconducibili a esponenti del fondamentalismo islamico che vivono in Italia, e di averle “cestinato”
Lo ha reso noto il giornalista Gian Marco Chiocci, direttore del quotidiano, in un editoriale pubblicato venerdì 3 luglio 2015 in prima pagina con il titolo “Più ci minacciano e più andiamo avanti”.
Chiocci fa una carrellata delle inchieste e degli scoop del suo giornale, molti dei quali riguardano il “radicalismo musulmano” di casa nostra e afferma che continuerà sulla stessa strada senza scoltare gli inviti alla prudenza che gli vengono rivolti. In particolare fa riferimento alle frasi minacciose contenute in una intercettazione telefonica allegata a una recente ordinanza giudiziaria.
Dopo la pubblicazione dell’editoriale, alcuni parlamentari fra gli altri: Mara Carfagna, Deborah Bergamini, Maurizio Gasparri e Lucio Malan (FI), Fabrizio Cicchitto NCD, Giuseppe Esposito (NcD- Udc), Simone Valiante (Pd) – hanno manifestato solidarietà al direttore e ai suoi giornalisti.
“Non abbiamo paura e non siamo incoscienti. Non cerchiamo scorte e – ha scritto Chiocci – andiamo a caccia di notizie. Scaviamo, riscontriamo, scriviamo. Senza paura. Come nel caso di Fatima (al secolo Maria Giulia), passata a flirtare con l’Isis, scovata proprio da Il Tempo che per primo ha raccontato la sua storia di convertita all’Islam e alla causa sanguinaria di al-Bagdhadi. Nelle intercettazioni allegate alle ordinanze dell’altro ieri si sente Fatima inveire contro chi (Il Tempo) ha raccontato la sua storia tre giorni dopo il massacro infame di Charlie Hebdo. Ci definisce giornalisti miscredenti che Allah, prima o poi, colpirà e distruggerà «in questa vita e nell’altra». L’ennesima dimostrazione che abbiamo colpito nel segno”.
ASP