Anche quest’anno il popolo degli ascoltatori di Caterpillar, la trasmissione di Radiodue, si è riunito per il tradizionale Caterraduno di Senigallia. Una settimana di iniziative, di trasmissioni live, di incontri del pubblico con i suoi beniamini. E’ un fenomeno di cui faccio parte da anni. Dichiaro subito il mio conflitto di interesse. Ma aldilà della mia presenza, marginale, nel programma, non posso non mettere in evidenza la novita’ che ha rappresentato per anni Cater nel quadro dei media italiani.
Siamo abituati a valutare i programmi i base agli ascolti o al vantaggio economico della pubblicità che raccolgono. Caterpillar dimostra come una trasmissione possa essere ben di piu’: una comunità che condivide valori comuni. A volte confliggenti fra loro ma uniti da una leggerezza e da un disincanto che non scade mai nel cinismo ma ha al contrario nell’interesse per l’altro da se uno dei suoi punti fondanti come dimostra l’asta di Libera di don Ciotti, momento centrale del Caterraduno. I piu esperti massmediologhi spiegano che questa e’ la nuova frontiera dei media: l’utente non e’ piu solo consumatore passivo ma si sente parte di un mondo. Solo cosi si puo combattere il declino dei media tradizionali. E’quello che sta facendo da tempo Repubblica con le sue iniziative “di piazza”per avvicinare lettori e giornalisti. Caterpillar fa questo da anni. Ci si ritrova lo spirito antico di Radiopopolare, un po’ di nostalgia e tanta autoironia. Un grazie a Massimo Cirri, Filippo Solibello, Sara Zambotti, Sabina Cortese, Renzo Ceresa e tutta la squadra. In un mondo in cui tutto sembra andare a rotoli Caterpillar e’ un fenomeno che va oltre il successo di una trasmissione radiofonica e che ci sembra giusto qui sottolinearlo almeno per una volta.