Una Commissione di inchiesta sulla morte di Pasolini

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Non possiamo accettare che dopo quarant’anni dalla tragica morte di Pier Paolo Pasolini non si conoscano ancora con certezza i responsabili di quanto avvenuto quella notte del novembre 1975 all’Idroscalo di Ostia. Pochi giorni fa anche l’ultima inchiesta della procura di Roma è stata archiviata senza che sia stata fatta luce su quei tragici fatti. Eppure era stato raggiunto un risultato importante. Dopo che l’avvocato Stefano Maccioni, legale del cugino di Pasolini, era riuscito a rimettere in moto le indagini è stato chiarito che la notte dell’omicidio, insieme all’unico condannato Pino Pelosi, c’erano altri individui: profili genetici, ricostruiti attraverso analisi su tracce di sangue impossibili da effettuare all’epoca, che non hanno però consentito alcuna identificazione insieme ad altre valutazioni. Il GIP di Roma ha ritenuto di non poter proseguire.

L’omicidio Pasolini andrà dunque ad allungare quella serie di misteri italiani irrisolti? Per dare risposta a questo interrogativo, Sinistra Ecologia e Libertà ha fatto propria la proposta di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte dello scrittore. Ci sono importanti verità ancora da scoprire e ombre su cui far luce, che da quel delitto serpeggiano nella storia italiani degli ultimi decenni e ci impediscono una chiara lettura di molti fatti drammatici e gravidi di conseguenze.
“Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno gli indizi.”, scriveva Pasolini in un celebre articolo sul Corriere della Sera, nel 1974.
Un monito che ci impone di proseguire nella ricerca: lo dobbiamo a Pier Paolo Pasolini stesso, per non farlo morire due volte, visto che l’archiviazione delle indagini da parte della Procura di Roma in qualche modo è come una nuova e più pesante lapide sulla tomba di Casarsa del Friuli.

Pasolini  rappresenta un’eredità culturale enorme per il nostro Paese, che Alberto Moravia ha descritto con celebri ed efficacissime parole: “una figura centrale della nostra cultura, un poeta che aveva segnato un’epoca, un regista geniale, un saggista inesauribile”.  A tutto questo va aggiunta la considerazione della sua lucida testimonianza politica e della sua acutissima capacità di individuare già molti anni fa quelle prospettive di crescita su cui purtroppo ci siamo messi a correre sempre più veloci, confondendo il progresso con lo sviluppo ad ogni costo ed omologandoci in un meccanismo forsennato di consumo e produzione che sta travolgendo noi stessi.
La Commissione bicamerale d’inchiesta di cui abbiamo proposto la costituzione è rivolta, testualmente, ad “accertare definitivamente, e in modo chiaro, la verità su quella notte del 1975, soprattutto in relazione alle evidenti incongruenze investigative emerse nel tempo, ai collegamenti con la malavita comune romana, anche in considerazione della delicata  materia – e “scomoda” per molti – sulla quale stava lavorando Pasolini prima di morire.”
Il mio auspicio è che la Commissione bicamerale possa essere avviata entro l’autunno. E’ una prospettiva possibile, visto che ad oggi oltre 60 parlamentari hanno sottoscritto la nostra proposta di legge:  appartengono a vari gruppi – SEL, PD, Alternativa Libera, Socialisti, Area Popolare, FI – e condividono l’esigenza di non fermarci alle risultanze investigative.


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