“Volete che sia emendato l’articolo 41 della Costituzione del 1937, con l’inserimento di una nuova clausola nella sezione “Famiglia”? -Clausola con la quale si stabilisce che il matrimonio può essere contratto per legge da due persone senza distinzione di sesso- “. Al quesito della consultazione popolare il 62,1% degli irlandesi ha risposto “Si”, i “No” si sono fermati al 37,9%. I voti a favore sono stati 1.201.607, mentre quelli contrari 734.300.
Si alle nozze gay, l’Irlanda il paese che ha depenalizzato l’omosessualità solo nel 1993 e introdotto le unioni civili nel 2010, è il primo stato al mondo a introdurre i matrimoni egualitari con un referendum popolare, affiancandosi così ad altri 20 paesi al mondo in cui il diritto alle nozze tra omosessuali è legge.
Una profonda riforma democratica che ha il sapore della libertà e dell’uguaglianza assoluta, il sapore dell’avvenire, il sapore della bellezza dei diritti umani e che provoca in noi un senso di vuoto e di nostalgia.
Il nostro paese, è da tempo che non si manifesta più come maestro di solidarietà e di dignità umana, maestro del dovere/diritto di amare di ogni individuo oltre ogni pregiudizio, contro ogni barbara ipotesi di peccato, contro ogni oscurantista morale: “Dovessi scrivere io un trattato di morale, avrebbe cento pagine, novantanove delle quali assolutamente bianche. Sull’ultima poi scriverei: Conosco un solo dovere ed è quello di amare”.
Albert Camus insegna con grazia il senso più alto del vivere di un essere umano in un paese civile.
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