A Palermo, nell’aula bunker del carcere Ucciardone, la manifestazione per il ventitreesimo anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Studenti e cittadini radunati in altre piazze italiane. Mattarella: “Le mafie sono una zavorra per tutta l’Italia”
PALERMO – Circa 600 studenti provenienti da istituti superiori e scuole medie di tutta Italia. Striscioni, bandierine, cartelloni, poesia, musica e una grande dose di entusiasmo. Sono i ragazzi che hanno risposto “presente” alla manifestazione “Palermo chiama Italia 2015”, organizzata nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo (sede del celebre “maxiprocesso”) in occasione del 23esimo anniversario delle stragi di Capaci e viale Amelio, dove persero la vita rispettivamente i giudici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Parallelamente all’iniziativa nel capoluogo siciliano, altri migliaia di studenti e cittadini si sono radunati in altre piazze italiane, tra cui Firenze, Milano, Napoli, Rosarno e Corleone. L’iniziativa, organizzata dal Ministero della Pubblica istruzione in collaborazione con l’associazione Giovanni Falcone, ha coinvolto quindi per la prima volta altre città d’Italia oltre Palermo, “per rispondere alla grande richiesta di partecipazione e per coinvolgere tutto il Paese”, ha spiegato, Maria Falcone, sorella di Giovanni e presidente dell”omonima fondazione.
“Le piazze – ha aggiunto- sono più grandi di una nave (in riferimento alla “Nave della legalità”, ndr) e credo che negli anni prossimi potranno aumentare di numero, sempre di più”.
Alla commemorazione nell’aula bunker hanno preso parte tra gli altri: il presidente della Repubblica, Sergio Matarella – che al suo arrivo si è intrattenuto con alcuni bambini delle scuole – il presidente del Senato, Pietro Grasso, il ministro della Pubblica istruzione, Stefania Giannini e il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il Procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti, il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri, il presidente dell’Associazione nazionale Magistrati Rodolfo Maria Sabelli e appunto, la professoressa Maria Falcone.
L’evento in aula bunker si è aperto con un filmato che ha ripercorso le tappe più importanti della battaglia alla mafia portata avanti da Giovanni Falcone fino al giorno dell’attentato di Capaci, dove il magistrato perse la vita insieme alla moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, quindi è proseguito con le esibizioni dei bambini e gli interventi istituzionali. Nel primo pomeriggio, partirà un corteo che da Ucciardone porterà studenti, cittadini e istituzioni, all’albero dedicato proprio a Giovanni Falcone in via Notarbartolo. L’arrivo è previsto intorno alle 17.50, orario dell’attentato di Capaci.
L’intervento di Mattarella. “Questa commemorazione è una occasione importante non solo perché rinnova ogni anno il ricordo di Falcone e Borsellino, ma perché costituisce l’impegno a continuare sulla strada indicata”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo nell’aula bunker dell’Ucciardone a Palermo. Le morti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino costituiscono un “evento tragico”, una “profonda ferita per lo Stato”. I loro, aggiunge Mattarella, sono “volti ed esempi di cui serbo un intenso ricordo personale; volti legati da un comune impegno, dai valori che hanno testimoniato e dalla battaglia per la legalità e la democrazia. Hanno affidato a tutti noi il compito di proseguirla”.
Ma qual è il significato della memoria? Per il capo dello Stato, “fare memoria non è soltanto un omaggio doveroso a donne e uomini di grande valore. La memoria di Falcone e di Borsellino comprende, per noi, la ribellione civile all’oppressione mafiosa che, da quei drammatici giorni, da Palermo e dalla Sicilia, ha avuto un enorme sviluppo”.
Insieme al ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, “voglio che neppure per un attimo passi in secondo piano il martirio degli altri servitori dello Stato”, ha continuato il presidente della Repubblica, che ha ricordato le scorte dei due magistrati uccise a Capaci e in via D’Amelio, leggendone i nomi tra gli applausi dei presenti.
E ha aggiunto: “La mafia è incompatibile con l’umana convivenza”, con la sua “azione predatoria le mafie impediscono lo sviluppo. Sono una zavorra non solo per il meridione ma per tutta l’Italia”.
Infine, rivolgendosi ai ragazzi presenti: “La battaglia per la legalità e la costituzione può essere vinta perché è nelle nostre mani. Noi possiamo ripulire quello sfondo torbido su cui il cancro criminale ha costruito il suo potere. Voi ragazzi rappresentate il futuro e la speranza per il nostro Paese. Cari giovani, noi siamo qui per dire che la mafia può essere sconfitta e per rinnovare la promessa che batteremo la mafia”.
Giannini: “Nelle aule cresce la cultura della legalità”. “Io credo che la formula che abbiamo scelto, le piazze della legalità, che collegano l’Italia da nord a sud, penso siano una risposta molto bella. Non solo per il recupero della memoria ma per la diffusione di questa iniziativa”. Lo ha detto il ministro della Pubblica istruzione, Stefania Giannini, a margine della manifestazione “Palermo chiama Italia”.
E in mattinata, su twitter, il ministro dell’istruzione aveva scritto: “La scuola può sconfiggere la mafia. È nelle aule che cresce la cultura della legalità.