Al termine della conferenza stato-regioni il ministro dell’Interno ha lanciato la proposta. Ma se Caritas Italiana e fondazione Migrantes si dicono d’accordo, le Acli esprimono più di una perplessità e bollano l’uscita come una “boutade elettorale”
ROMA – “Dobbiamo chiedere ai comuni di far applicare una nostra circolare che permetta di far lavorare gratis gli immigrati che vi risiedono. Invece che tenerli lì a far niente almeno li facciano lavorare”. Lo ha annunciato ieri il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, al termine della conferenza unificata stato-regioni. Un’affermazione che trova d’accordo diverse associazioni, ad eccezione delle Acli.
Chi è d’accordo. Afferma Oliviero Forti, direttore del settore immigrazione della Caritas Italiana: “La circolare che chiede di far lavorare gratis gli immigrati nei comuni di residenza “era già stata sollecitata da noi nel tavolo di coordinamento nazionale con il Viminale visto che insieme alla prefettura di Bergamo abbiamo in passato gia’ sperimentato questa iniziativa”. Una misura, per Forti, che potrebbe avere una doppia valenza: “Da una parte riempire i lunghi tempi di attesa per ricevere una risposta alla richiesta di asilo e dall’altra potrebbe essere ben vista dalla comunità e dal territorio che ospita i migranti”.
Per mons. Giancarlo Perego, direttore generale della fondazione Migrantes, organismo pastorale della Cei, quella di Alfano “è una richiesta anche nostra che chiede attraverso tutele e assicurazioni di superare l’attuale vincolo nella legislazione che vieta l’utilizzo dei richiedenti asilo in lavori socialmente utili”. È una richiesta, continua Mons. Perego, “già sperimentata a Bergamo e Cremona fatto salvo il fatto che si tratta di utilizzare persone che altrimenti rimarrebbero inattese nei centri per esperienze di volontariato e lavori socialmente utili”. Si tratta, conclude mons. Perego, “di valorizzare una presenza nel nostro territorio, rispettandola”.
La contrarietà delle Acli: “E’ una boutade elettorale”. Netta la presa di posizione di Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli. Che afferma: “La valutazione delle Acli è di sperare che si tratti solo di una boutade elettorale, altrimenti è una affermazione gravissima, perché non si possono saltare le norme che regolano il lavoro. Il terzo settore giustamente è attentissimo a non confondere e mantenere una netta differenza tra attività di volontariato e prestazione di lavoro. I comuni non possono che fare altrettanto”.
Su Rs, l’Agenzia di Redattore sociale tutti i lanci con le reazioni alla proposta del ministro Alfano