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Nomadi. Rapporto, 180 mila in Italia, 40 mila ancora in campi

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Salvini, raderei i campi al suolo. Boldrini replica

ROMA – Sono circa 180 mila i rom e sinti presenti in Italia, una cifra pari allo 0,25% della popolazione residente. Di questi, 40 mila (0,06%) vivono in condizioni di disagio abitativo, cioè nei cosiddetti ‘campi nomadi’, e in passato sono stati “identificati come una ’emergenza nazionale'”. La Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti (Snir), varata per superare l’approccio emergenziale, nel 2014 “non ha però significato un sostanziale mutamento delle condizioni di vita delle comunità rom e sinti”. E’ quanto emerge dal primo Rapporto nazionale sulla condizione di rom e sinti in Italia, presentato oggi a Roma dall’Associazione 21 luglio.

In Europa i rom e sinti sono stimati in circa 12 milioni: di questi, 6 milioni vivono nei paesi dell’Ue. L’Italia, osserva il Rapporto, ha una delle percentuali più basse. Sono presenti soprattutto nel Lazio, in Lombardia, Calabria e Campania. “Numeri relativamente consistenti” si registrano anche in Piemonte, Abruzzo e Veneto. Un quarto dei rom che risiedono nei “campi” vive nel Lazio, mentre si arriva al 51% se si prendono in considerazione anche Lombardia e Piemonte. “Nel 2014 – osserva il presidente dell’Associazione 21 luglio, Carlo Stasolla – l’approccio emergenziale, che nei propositi doveva essere definitivamente abbandonato, ha rappresentato il leitmotiv di ogni azione pubblica e si e andato declinando in numerose operazioni di sgombero forzato (più di 230 nelle città di Roma e Milano) e nell’ideazione e progettazione di nuovi “campi nomadi” (due nella sola città di Roma)”.

In generale, solo il 3% dei rom e sinti e?effettivamente nomade e il 50% ha cittadinanza italiana. Il 60% ha meno di 18 anni e, a causa del mancato riconoscimento dello status giuridico, 15 mila minori sono apolidi o a rischio apolidia. La presenza dei rom “viene ancora percepita come fastidiosa, molestatrice e attentatrice alla pubblica sicurezza”: “secondo il PeW Research, che ha indagato l’entità dei sentimenti antizigani in Italia, Regno Unito, Germania, Spagna, Francia, Grecia e Polonia, il nostro Paese conquista addirittura il primato: l’85% degli interpellati ha espresso un’opinione indistintamente negativa sui rom”. E l’87% dei discorsi di odio contro di loro, tra i 443 episodi registrati nel nostro paese nel 2014 dall’Osservatorio 21 luglio, è riconducibile a esponenti politici.

E proprio parlando di odio oggi è intervenuto sull’argomento Matteo Salvini. “Cosa farei io al posto di Alfano e Renzi? Con un preavviso di sfratto di sei mesi, raderei al suolo i campi  Rom”, ha detto il leader della Lega Nord. E poi: “Do un preavviso di sfratto di sei mesi e preannuncio la ruspa. Nel frattempo i Rom, come tutti gli altri cittadini, si organizzano: comprano o affittano   casa”.

Boldrini replica a Salvini

“Questo verbo ‘radere’ lo trovo abbastanza inquietante. Ritengo che i campi rom non debbano essere mantenuti, però ci devono essere soluzioni abitative alternative”. E’ la risposta della presidente della Camera, Luara Boldrini, al leader della Lega, Matteo Salvini, il quale ha dichiarato che raderebbe al suolo i campi rom. “Siamo d’accordo sul  fatto che non ci devono essere campi”, ha aggiunto Boldrini dopo l’incontro con i rappresentanti della Associazione 21 luglio, in occasione della Giornata internazionale dei Rom e Sinti, aggiungendo che “”questo non vuole dire annientare chi vi abita, ma fare seguire una politica abitativa come per tutti gli altri, tanto più che una buona fetta dei rom sono cittadini italiani. Non vedo perchè ci debba essere una discriminazione”.

Da dazebao.it


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