Indagati per diffamazione dopo un articolo su un’insolita sosta del cero votivo degli ortofrutticoli durante la festa di Sant’Agata
di Claudia Torrisi
Dario De Luca e Luisa Santangelo, due giornalisti della testata siciliana MeridioNews, rischiano un processo per diffamazione. A provocare la querela, proposta dalla corporazione degli ortofrutticoli, un articolo pubblicato durante i festeggiamenti di Sant’Agata, patrona di Catania, il 4 febbraio 2015.
I due giornalisti hanno raccontato che, durante il giro in città, la “candelora”, il cero votivo della corporazione, “è uscita fuori dal cordone, si è spostata dal percorso autorizzato e si è fermata alcune ore in un vicolo dell’Antico Corso, una zona molto popolare”, racconta De Luca a Ossigeno. Una sosta, secondo i giornalisti, piuttosto strana: proprio in quella rientranza abita Massimiliano Salvo, agli arresti domiciliari con l’accusa di ricoprire ruoli di rilievo in associazione a delinquere di stampo mafioso. Nell’articolo si legge che la candelora, ferma a pochi metri dal portone, ha iniziato a ballare la tradizionale annacata, movimento usuale durante le soste.
“Abbiamo semplicemente raccontato il fatto e l’abbiamo collegato ad altre circostanze”, spiega De Luca. “Nella stessa zona, all’incrocio delle due vie, c’è un’edicola votiva di Sant’Agata dove nel 2009 era stata fatta posizionare una targa – poi rimossa nel 2013 – con i nomi di nove affiliati al clan dei Cursoti, tutti morti in regolamenti a causa di regolamenti di conto mafiosi. La candelora si è fermata proprio lì, nonostante non fosse uno dei punti autorizzati”. Per di più, lo stesso giorno la Polizia ha sequestrato 31 batterie di fuochi d’artificio illegali, nascoste nel vicino prato del Bastione degli Infetti. “I botti, collocati probabilmente durante la sosta della candelora vicino all’edicola votiva – si legge nell’articolo – dovevano forse essere esplosi al passaggio della vara di Sant’Agata. Ma la festa in questo caso non è riuscita”.
Dopo la pubblicazione su MeridioNews, la notizia è stata ripresa da numerosi siti e televisioni locali e nazionali, suscitando parecchio clamore. L’articolo è stato anche lo spunto per una successiva indagine della Squadra mobile di Catania.
L’ANNUNCIO DI QUERELA – Non si è fatta attendere la risposta della corporazione degli ortofrutticoli, che, dopo aver giustificato la sosta e il movimento come necessari per un “problema delle corde”, ha annunciato, con un comunicato di uno studio legale, una querela verso tutti i media che avevano ripreso la notizia per aver “offeso l’onore di Catania, dei cittadini catanesi onesti e dei devoti di Sant’Agata”.
“Lo scorso 19 marzo siamo stati convocati dalla Polizia giudiziaria che ci ha identificato formalmente e comunicato che risultavamo indagati con l’accusa di diffamazione aggravata. Abbiamo nominato i nostri legali e abbiamo concordato una data – il 31 marzo – in cui verremo sentiti affiancati dall’avvocato. Quel giorno capiremo come si metteranno le cose. Poi spetterà al pubblico ministero decidere”, racconta De Luca. Nonostante alla Procura di Catania risulta aperto un procedimento contro ignoti, al momento gli unici indagati sono i due giornalisti di MeridioNews.
SOLIDARIETÀ – Numerose le attestazioni di solidarietà pervenute ai due cronisti e alla redazione. “I consiglieri comunali Niccolò Notarbartolo, Agatino Lanzafame e Sebastiano Arcidiacono si sono mossi subito. La sera stessa della notifica hanno presentato una mozione in Consiglio, cercando anche di stimolare un dibattito cittadino sulla questione”, spiega De Luca. I tre consiglieri si sono schierati con i due cronisti di MeridioNews per “ribadire che la città di Catania ha assoluto bisogno di giornalisti liberi e coraggiosi che raccontino quelle cose che troppo spesso vengono taciute”, chiedendo “a chi ha presentato la querela di ritirarla”.
Messaggi di vicinanza sono arrivati anche da diverse associazioni impegnate nella lotta antimafia componenti il Comitato per la legalità nella festa di Sant’Agata – Addiopizzo, Assostampa, Associazione Antiracket Antiusura Etnea, Banca Etica Sicilia Orientale, Centro Astalli, Cittainsieme, Cope, Fondazione Giuseppe Fava, Coordinamento catanese di Libera-Associazioni nomi e numeri contro le mafie, Mani Tese Sicilia, Movi, Pax Christi, dall’Udu (Unione degli universitari etnei) – , dal gruppo regionale del Movimento 5 stelle, dal movimento Vespri, dalla pagina Facebook Inciviltà a Catania, dall’associazione Da Sud e dal Gruppo dello Zuccherificio.
De Luca racconta di aver ricevuto solidarietà anche da tanti colleghi, singolarmente e come testata, fra i quali, ad esempio, gli editoriali usciti sull’Urlo o su La Spia, o il messaggio de I Siciliani Giovani. “Stiamo ricevendo tantissimi messaggi anche dalla cittadinanza. Sappiamo che c’è stata una mozione di solidarietà al Comune di Scordia e forse sarà presentata anche da altre parti”, spiega. Un contributo importante, per il giornalista, è stato quello del gruppo Catania Bene Comune, che ha manifestato vicinanza ma ha posto anche alcune domande all’amministrazione. Si legge nel comunicato: “È ignobile e grottesco che vengano perseguiti penalmente coloro che raccontano i fatti mentre non si interviene contro chi pare abbia portato un simbolo della festa e della città sotto casa di un mafioso, recando, questa volta sì, grave danno all’intera città di Catania. Tocca alla città, alle sue forze sociali e politiche pretendere che le istituzioni facciano chiarezza e si determinino le responsabilità di ciò che è accaduto”.
CT