L’esame è stato ampio e approfondito ed è terminato con l’approvazione, all’unanimità, delle conclusioni del presidente nazionale Smuraglia.
Da quelle conclusioni sarà estratto un documento, già definito nelle sue linee generali.
Eccone una sommaria sintesi.
Si ribadisce l’impegno e l’attenzione dell’ANPI su alcuni temi di fondo: la necessità di una rigenerazione della politica; l’esigenza di attuare la Costituzione, nei suoi princìpi, nei suoi valori e nelle sue norme specifiche, in tema di lavoro (sottolineando che il problema non è quello di mutare le regole, ma quello di creare occupazione “dignitosa” e di venire incontro alle necessità di tante famiglie ridotte sull’orlo della povertà); l’esigenza di collocare fra le priorità non solo il diritto allo studio, ma anche la scuola, come preparazione alla cittadinanza attiva; il sostegno e l’appoggio all’effettività di tutti i diritti, da quelli tradizionali, civili e politici, a quelli sociali ed a quelli universali e umani; l’affermazione della legalità, non solo come rispetto della Costituzione e delle leggi (art. 54 della Costituzione), ma anche come rispetto delle regole della civiltà, della convivenza civile, della solidarietà; l’attuazione piena dell’art.53 della Costituzione, che prevede il concorso di tutti alla spesa pubblica, proporzionalmente al proprio reddito; il rafforzamento della rappresentanza, in modo da consentire il pieno esercizio della sovranità popolare.
Tutto questo sta nel DNA dell’ANPI e ne costituisce, con la memoria attiva, l’impegno e l’obiettivo fondamentale.
Essenziale, però, è anche l’autonomia, intesa come condizione fondamentale e imprescindibile per esercitare quella “coscienza critica” che è indicata dal documento politico del Congresso come una delle funzioni principali dell’Associazione. Un’autonomia che non significa isolamento, ma anzi implica confronto e interlocuzione con tutti i protagonisti della vita politica e sociale; nonché attenzione e rispetto nei confronti di quanti, singoli o associazioni, si ispirano a valori condivisibili e presi dall’ANPI a base della propria azione.
In questo contesto, è chiaro che l’ANPI non può aderire a progetti politici e/o sindacali, che investano anche organizzativamente l’insieme dei problemi che affliggono la società contemporanea, soprattutto in un Paese tormentato come il nostro. Piena attenzione, dunque, rispetto a chi cerca di smuovere la morta gora della politica del nostro Paese, di restituire ai cittadini la volontà di partecipare alla vita consociata, nonché a chi si propone obiettivi in buona parte condivisibili in quanto affini a quelli tipici, come si è detto, del DNA dell’ANPI.
Dall’iniziativa in corso, l’ANPI deve trarre spunto non per integrarsi in un complesso di associazioni o di persone, ma per innovarsi, per ampliare ed irrobustire le proprie azioni in tutti i campi, per affrontare meglio il presente ed il futuro. Questo vale, in modo particolare, per il tema dell’antifascismo sul quale c’è ancora molto da approfondire e da agire, contro il diffondersi di pratiche ed iniziative che si richiamano, comunque, ad un passato che non può e non deve tornare mai più.
Bisogna, soprattutto, agire nei confronti dello Stato e delle istituzioni, perché adempiano al loro dovere di rappresentare, sostenere e diffondere i princìpi e i valori dell’antifascismo e della democrazia, come rappresentati nella Carta costituzionale. Su questo piano, non c’è bisogno di altre formazioni o di inventare nulla di nuovo: l’ANPI è già in campo, da sempre, al vertice e in periferia. Si può cogliere l’auspicio di irrobustire ancora questa azione e di non farlo da soli; ma restando nel solco di ciò che ci indicano il nostro passato, la nostra tradizione ed il nostro Statuto. Quanto alla manifestazione del 28 marzo, che sembra avere un carattere sindacale, ma inteso in senso espansivo, l’ANPI condivide molti degli obiettivi e li sostiene, ma – come ha sempre fatto nel passato – conserva, ancora una volta, la propria autonomia, pur esprimendo la massima solidarietà ed augurando successo alla manifestazione.
Il Comitato nazionale ha condiviso questa impostazione ed ha convenuto sul fatto che essa costituisce la linea e l’orientamento dell’Associazione; va, peraltro, ricordato che il documento politico del congresso ha spiegato che “le questioni cosiddette di orientamento” sono decisive per un lineare svolgimento della vita associativa, per salvaguardare l’identità dell’ANPI e delle sue politiche e perché ci sia, sempre e ovunque, dell’Associazione la giusta percezione da parte dell’opinione pubblica.
Questi princìpi ed il “senso di appartenenza” devono contraddistinguere un’Associazione come la nostra, indicando facilmente le regole di comportamento, suggerendo di non discostarsi dalla “linea”, non per il timore di ipotetici provvedimenti, ma per coerenza con la volontà espressa al momento dell’adesione ad una Associazione che ha tradizioni forti e valori importanti, ma anche uno Statuto ed un Regolamento, dai quali non è possibile prescindere.
Da anpi.it