Per capire bene il presente alle volte è molto utile rileggere il passato. E così a ridosso del quinto anniversario della rivoluzione tradita, quella siriana, mi sembra di poter leggere la crisi siriana con la storia di Jakob Finci, il presidente della comunità ebraica di Sarajevo.
Finci è stato uno dei tanti “eroi normali” dell’assedio di Sarajevo. Quando la città finì sotto le bombe delle milizie cetniche serbe riaprì l’organizzazione caritatevole ‘Benevolencija’ che seppe aiutare più di 3.000 persone a fuggire dalla città assediata, attraversando le linee nemiche.
Gli ebrei di Sarajevo aprirono una farmacia gratuita, che soddisfaceva da sola fino al 40% della domanda di medicinali della popolazione. Poi arrivò la pace di Dayton. E all’improvviso l’origine ebraica, se prima aveva costituito quasi un vantaggio, è diventata una ragione per escluderlo dalla vita politica del Paese. La nuova Costituzione della Bosnia Erzegovina, patrocinata dal mediatore americano Richard Holbrook, stabilì una rigida divisione delle cariche amministrative e politiche tra le tre “nazionalità costitutive”. Basta spazio per coloro che, come Finci, rientrano nella categoria degli “ostali”, i rimanenti, le altre minoranze, messe dalla legge su un piano di subordinazione rispetto a Croati, Serbi e Bosgnacchi, cioè i musulmani.
Ovviamente l’idea di Fincì di costituire una commissione per la ricostruzione della verità e la riconciliazione non è stata presa in considerazione. Invece che riconciliare gli individui tra di loro e attraverso di loro riconciliare le comunità, si è scelto di riportare tutti nelle caserme dell’appartenenza comunitaria. E a Sarajevo sono comparse le donne velate: ancora durante la guerra ricordo le musulmane di Bosnia dare scandalo per il loro abbigliamento in certi paesi arabi dove trovarono riparo come rifugiate.
Se invece della ricetta Holbrook si fosse scelta la ricetta elaborata a quel tempo da Jakob Finci le cose probabilmente non sarebbero andate così. Holbrook, sia detto per inciso, era un democratico come l’attuale segretario di stato Kerry, abbastanza incline a risolvere i problemi con gli stessi criteri del defunto Holbrook.
Ma l’errore di fondo resta quello di non credere nei popoli, senza dirlo, ma declassificando il loro impegno per la libertà a chimera di dentisti e contadini… Quasi che Selma per loro sia un sogno proibito da un destino cinico e baro.