Pesanti accuse alle politiche del Comune di Milano che sembrano essersi concentrate più sugli sgomberi che sulla risoluzione delle emergenze abitative. Soltanto nel periodo tra gennaio e settembre 2014 sono stati eseguiti 191 sgomberi, cioè 5 alla settimana, per un totale di 2.276 persone sgomberate, afferma il rapporto. Gran parte delle risorse sono andate anche a finanziarie i Centri di Emergenza Sociale, soluzioni abitative temporanee costose e poco efficaci se non nel breve periodo.
Anche sul fronte delle misure per l’integrazione scolastica e l’inserimento lavorativo, per le quali comunque vengono stanziati percentuali ridotte di fondi, i progetti hanno risentito di procedure poco idonee ai reali bisogni delle persone.
La ricerca si chiude con una serie di raccomandazioni ed azioni puntuali che potrebbero essere messe in atto, a parità di risorse, dal Comune di Milano. Tra queste figurano come misure di medio-lungo periodo anche progetti di edilizia abitativa che vanno dalle autocostruzioni, alla creazione di micro-aree, al recupero di cascine.
Il quotidiano Libero però non ha colto l’occasione di attaccare nuovamente il piano del Comune di Milano, ma ha fatto parlare il NAGA a nome “dei Rom” e ha messo in evidenza nel titolo virgolettato le supposte “pretese” di tutta la popolazione Rom e Sinta di avere “case e cascine”.
Il Giorno ha scelto invece l’approfondimento sulla questione lavorativa e di informare sulle ragioni del fallimento ma anche di qualche successo dei percorsi di inserimento nel mercato del lavoro a cui hanno partecipato decine di giovani Rom a Milano e dintorni.
Il rapporto completo del NAGA qui