“Le querele temerarie vanno risarcite”. La sentenza

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Il giornalista che scrive la verità ma è ugualmente querelato per diffamazione ha diritto al risarcimento dei danni morali da parte di chi l’ha querelato in maniera temeraria. Lo sostiene la sentenza del Tribunale civile di Milano (favorevole a un giornalista sardo e al suo direttore) sulla questione dell’uso distorto di cause penali e civili al fine di intimidire e mettere il bavaglio alla stampa. Nel caso particolare, il giudice milanese ha ritenuto che Paolo Carta (giornalista de L’Unione Sarda e consigliere nazionale dell’Ordine), l’allora direttore del quotidiano Paolo Figus e L’Unione Sarda S. p. A. debbano essere risarciti da una società che li aveva querelati, chiedendo 500 mila euro, per l’inchiesta di Carta sull’inquinamento causato dalle esercitazioni del Poligono di Quirra. L’Ordine dei giornalisti della Sardegna e l’Associazione della stampa sarda, in un comunicato congiunto dei rispettivi presidenti Filippo Peretti e Celestino Tabasso, hanno espresso “grande soddisfazione”. “La sentenza di Milano – hanno detto – segna un punto importante di cui si avvertiva il bisogno, sia perché le querele temerarie stanno nel concreto minacciando la libertà di informazione e la stabilità delle aziende editoriali, sia perché il generale progetto di riforma della legge sulla stampa, all’esame del Parlamento, non appare orientato a favorire il ruolo che compete al giornalista in un sano sistema democratico”.


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