Li ho sempre criticati e ora sono uno di loro: un “indeciso”. Quelli che chiudono i sondaggi politici, in compagnia degli astenuti e non so.
Eppure, se oggi dovessi votare, non saprei chi scegliere. Perché la sinistra è dominata da un partito – il PD – che ha espulso la rappresentanza del lavoro con il Jobs Act, la tutela della legge, con i provvedimenti intimidatori sulla responsabilità dei giudici e non vuole colpire la corruzione né l’evasione fiscale per trovare i soldi per i servizi sociali, che preferisce tagliare.
Altro di nuovo a sinistra non c’è.
E il Movimento 5 Stelle – la terra promessa del rinnovamento – si è rivelato un castello di vaffa crollato sotto il peso di una diarchia, dove giovani in gamba – alcuni promettenti – sono oppressi da capetti capricciosi, che hanno imposto a web-latria, una strana religione che obbliga i suoi adepti di adorare la rete.
Di fronte a questa desolazione, ci vorrebbe una novità, ma non c’è.
Resisto aggrappato alla zattera dell’indecisione aspettando una vera sinistra, mentre vedo molte persone mollare la presa e annegare nell’astensionismo.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21