“L’Europa approva il piano della Grecia”, scrive la stampa. Quattro mesi d’aria, con i politici europei che hanno detto sì, lasciando a BCE e a FMI il ruolo del poliziotto cattivo, che formula dubbi sulla sostenibilità delle promesse. “Sì dell’Europa al piano di Atene”, Sole24Ore. E i mercati fanno festa: “La Borsa greca vola (+9%), tassi e spread in calo dall’Italia alla Spagna”. Vittorio De Rold però parla di un “brusco risveglio del partito di Tsipras”, che non ha nazionalizzato le banche, nè fermato le privatizzazioni in corso, non ha alzato il salario minimo, da 580 a 751 euro, nè, per il momento, reintrodotto i contratti colletivi e riassunto i 100mila statali licenziati. Tira le somme Le Monde: “il governo Tsipras si piega alle esigenze di Bruzelles”. Giudizio fondato ma ingeneroso. Per la prima volta, infatti, un governo europeo prova a fare pagare il rigore a corruttori, evasori, contrabbandieri ed elusori fiscali. E lascia – sia pure in calce al documento- misure umanitarie come aiuti per i più poveri, per chi non ha più nè copertura sanitaria. “Restano umani”, si consola Il Manifesto.
In Italia, un altro successo di Renzi. “Giudici, chi sbaglia paga -scrive Repubblica- Associazione magistrati: la legge è contro di noi”. Singolare che, appena approvata la legge, il ministro di Grazia e Giustizia) ora dica: “se serve, pronti a correggersi”. La via muscolare alle riforme comincia a preoccupare anche esponenti di primo piano. Giannelli, senza mezzi termini, disegna una bilancia (della giustizia) sbilanciata per i troppi ricorsi contro sentenze e indagini. Mattarella, che ha raggiunto Firenze in treno e Scandicci in tram, invita i giudici a restare nel mezzo, “nè protagonisti nè burocrati”.
Invece, la presidente della Camera, Laura Boldrini, ospite da Floris, ha detto di non vedere l’urgenza per procedere con un decreto alla riforma della Rai. Apriti cielo: Anzaldi (Pd) le ha intimato di tacere, solo Mattarella, al limite, potrebbe obiettare. Però, secondo il retroscenista di Repubblica De Marchis, Renzi ci avrebbe ripensato. Ora “punta sul disegno di legge”, pronto fra 10 giorni, perchè appunto “Il Colle” avrebbe dubbi sull’uso del decreto legge. Sulla Rai è però De Bortoli, Corriere – lo rimpiangeremo quando lascerà- che lancia la notizia bomba. “Mediaset, a sorpresa, lancia l’Opa su Rai Way”. È quello che vi avevo anticipato: sollevare l’azienda pubblica dal peso dei partiti è cosa bella e santa, però anche facile, perchè i partiti ormai -escluso quello della Nazione- non contano quasi nulla. Superare il duopolio Rai Mediase è cosa già fatta, visto che il protagonista dell’informazione, dell’intrattenimento sportivo e no, del racconto e e della fiction, è Sky. Il rischio molto forte è, però, che nasca un nuovo duopolio: Berlusconi Murdoch. E che la Rai venga rimpicciolita, ridotta a a un nibile orpollo. Ci piace questa prospettiva? A uno dei due ex contraenti del Nazareno, penso di sì.
Infine, Il Fatto denuncia che “Renzi nasconde chi lo finanzia”. Titolo: “indovina chi viene a cena”. Il succo: la lista dei finanziatori del premier non sarebbe stata resa pubblica. El Pais dà conto di un duello televisivo all’arma bianca. Titolo: “Sanchez impegna Rajoy in un duro corpo a corpo elettorale”. Il socialista ha attaccato il primo ministro sulla corruzione, che gli ha risposto. “vieni qui a parlare del nulla, sei patetico”. Sanchez ha risposto: “Fai propaganda, non hai nè argomenti” nè vergogna”. Convitato di pietra, Iglesias con Podemos, in testa ai sondaggi o al secondo posto, ma con tanti voti da non potersi fare un governo senza di loro.
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