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L’insostenibile lentezza del processo ( di Paola Garieri)

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Da decenni il nostro Paese moltiplica le spese per l’esercizio della
giustizia, prima spendendo soldi nel celebrare processi estenuanti,
poi per risarcire dell’attesa le persone coinvolte. La lentezza della
giustizia è uno dei principali problemi dell’Italia di oggi.
«L’irragionevole durata del processo» non è solo una questione di
giustizia negata: essa comporta dei costi finanziari incalcolabili.

Il principio della «ragionevole durata di un processo» è riconosciuto
dalla Corte europea dei Diritti dell’uomo di Strasburgo quale diritto
dell’individuo. Eppure, nella graduatoria mondiale che misura la
capacità di un sistema giuridico di tutelare la parte lesa, l’Italia è
al 158mo posto, dopo Kosovo e Indonesia. In Italia il 70 per cento dei
processi termina con il rinvio a un’altra udienza. È una questione di
criteri di priorità o piuttosto di strategia difensiva? E quali sono i
costi economici e sociali di questa disfunzione? Certo è che sono
molti, troppi, i procedimenti che si accumulano, rischiando di cadere
in prescrizione. Non si tratta solo dei casi più eclatanti, quelli di
cui parlano i media, ma di un fenomeno persistente e radicato, le cui
conseguenze sul piano economico e sociale sono sotto gli occhi di
tutti. Come curare allora questa piaga sociale? Depenalizzando alcuni
reati o cercando sistemi alternativi al processo penale? L’invenzione
di norme «last minute» non può bastare, la macchina processuale deve
essere riconsiderata alla base per poter rispondere alla domanda di
giustizia dei cittadini.

PAOLA GARIERI
L’insostenibile lentezza del processo
Lantana editore

pp.138, prezzo 14,50
prefazione di Bruno Tinti

Paola Garieri è nata a Vicenza nel 1984. Dopo la laurea in
Giurisprudenza con una tesi sulla lentezza del processo penale, ha
conseguito un master in Diritto economico internazionale presso
l’università di Ginevra. Attualmente è giurista della Confederazione
Svizzera.


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