Ancora una volta i giornalisti non potranno assistere all’illustrazione dei ricorsi sui referendum e neppure su quello riguardante l’abolizione della legge Fornero sulle pensioni. Domattina i giornalisti resteranno quindi fuori dall’aula a palazzo della Consulta.
Lo ha deciso oggi il presidente della Corte Costituzionale Alessandro Criscuolo respingendo l’istanza formulata cinque giorni fa dal Presidente del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati presso l’Associazione Stampa Romana e consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Pierluigi Roesler Franz in cui si chiedeva che nella fase di discussione orale che precede la successiva Camera di Consiglio vera e propria della Corte (che é invece ovviamente l’unica a restare a porte chiuse) fosse almeno ammessa la presenza di un ristretto pool di colleghi delle agenzie di stampa, accreditati presso l’Alta Corte, o, in alternativa, fosse installato un sistema televisivo a circuito chiuso simile a quello già da anni in uso presso le Commissioni parlamentari della Camera e del Senato.
Nell’istanza si riteneva necessaria la presenza dei giornalisti proprio per poter riferire correttamente e compiutamente ai cittadini e ai lettori, radioascoltatori, telespettatori o internauti l’andamento dell’udienza stessa in piena attuazione del dettato dell’art. 21 della Costituzione, riportando fedelmente la relazione del giudice Mario Rosario Morelli e le argomentazioni svolte, da un lato, dai rappresentanti del Comitato Promotore del referendum della Lega Nord guidato da Roberto Calderoli per l’ammissibilità della consultazione popolare e, dall’altro, le opposte tesi sostenute dall’avvocato dello Stato Massimo Massella Ducci Teri in rappresentanza del governo Renzi.
Ma la risposta della Consulta è stata negativa ed in linea con analoghe precedenti istanze bocciate nel 1991, nel 1995 e da ultimo nel 2008, in quanto “l’art. 33 della legge 25 maggio 1970 n. 352 dispone che il giudizio di ammissibilità del referendum deve svolgersi in camera di consiglio e quindi con esclusione di ogni forma di pubblicità”.
Il giornalista Pierluigi Roesler Franz, pur ringraziando doverosamente il Presidente della Consulta Criscuolo per la squisita attenzione e sensibilità avuta nell’esaminare nel merito l’argomentata istanza, si è tuttavia rammaricato per l’occasione persa: “domattina sarebbe stata infatti la prima volta in 40 anni che dei giornalisti avrebbero potuto riferire le varie tesi contrapposte tra il Comitato promotore di un referendum (potere dello Stato a tutti gli effetti, riconosciuto con sentenza del 1978) e l’Avvocatura Generale dello Stato in rappresentanza della Presidenza del Consiglio. Mi auguro che il Parlamento possa presto correggere questa anomalia della legge del 1970, consentendo finalmente anche ai giornalisti di partecipare a questa fase dell’udienza davanti all’Ata Corte. Altrimenti resterebbe ingiustamente un grave e inspiegabile vulnus a danno dei cittadini”.