Chi salverà l’Islam dal terrorismo?

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Sono i terroristi a imporre che l’Islam diventi come la nazionale di calcio, una roba su cui tutti sentenziano, anche se non sanno niente. Ma i dotti devono agire. Per i loro figli.
Se il problema fosse parlare di tre giovani dallo sguardo vuoto e il braccio criminale basterebbe chiamare uno psichiatra, o un ispettore di pubblica sicurezza. Ma il problema non è tutto qui perché l’azione di questi criminali, emuli di tantissimi altri, avendo stroncato nel nome di Dio e in poche ore una dozzina di vite chiama ovviamente in causa un miliardo e settecento milioni di individui, una civiltà di 14 secoli di storia, di arte, di filosofia. Chiama in ballo l’Islam.

L’orrore causato da questi assassini come da tanti altri loro simili da tantissimi anni, fa sì che l’Islam divenga qualcosa di paragonabile alla nazionale di calcio: tutti sono autorizzati a fare la formazione giusta, in qualsiasi bar, in ogni bottega, anche se non hanno la minima idea di come si gioca a pallone: la stessa questione sciiti e sunniti è nota ai commentatori di fatti islamici come la tecnica “lungo-corto” o come “l’aggressione degli spazi” da parte di trequartisti o “falsi nueve”.

Ma non può che essere così, visto che due criminali e tanti altri come loro hanno fatto irrompere l’Islam nella vita di chi con le sure non voleva avere nulla a che fare, preferendo o volendo occuparsi di altro. Ma con il sangue, le bombe, e quegli occhi spersi nel buio a fissarci da anni, è impossibile. Ecco che è inevitabile tirare in ballo un miliardo e settecento milioni di persone. Con il rischio di diventare razzisti: “il tuo Dio è un assassino, fuori di qui.” E’ ben chiaro che questo è l’obiettivo dei terroristi, se li criminalizziamo tutti qualcuno di loro resisterà, ma una buona parte sarà costretta a cedere e andrà a ingrossare le fila proprio dei terroristi. Gli opposti si toccano, quasi sempre.

Per evitare di fare il gioco dei terroristi non si può dire che l’Islam debba tornare argomento da dotti, debba tornare terreno riservato a chi studia teologia e padroneggia dodici lingue. E’ impossibile. Ma servirebbe dire cose chiare, elementari, precise. Che diano a ognuno ciò che è suo.

Nessun iscritto al Pci era tenuto a scendere in piazza con un cartellone sul quale era scritto “io non sono un terrorista”, ai tempi delle Br. Ma i leader del Pci erano chiamati a dire cose semplici e chiare ai loro, proprio perché le Br erano in primis contro di loro, i “comunisti italiani”. E tra questa cose chiare c’era, per me, anche l’ammissione che tanto nel “comunismo reale” quanto “nell’interpretazione ufficiale dei testi sacri” c’era qualcosa da rivedere. Ecco, oggi i dotti dell’Islam hanno un compito semplice, chiaro, partendo da un’evidenza : nel Vecchio Testamento c’è la poligamia, ma il cristianesimo non certo da ieri è monogamico. Come mai?

Perché i testi sacri restano, ma il modo in cui vengono capiti cambia. Tutto qua. Lo dice lo stesso Corano: “Se il mare fosse inchiostro per scrivere le parole del Signore, s’esaurirebbe il mare prima che si esaurissero le parole del Signore, se anche portassimo un mare nuovo ancora in aiuto”. (Corano, 18, 109)

Dunque lascio perdere la tragica storia politica che ha deformato il mondo arabo-islamico dal crollo dell’impero ottomano, lascio perdere il colonialismo e i suoi danni feroci, lascio perdere le colpe dell’Occidente, lascio perdere i dittatori che hanno straziato dal 1950 la vita degli arabi sotto i nostri sguardi complici, e chiedo ai dotti dell’Islam: le vostre scuole interpretative del Corano sono state chiuse nel 13esimo secolo, tutto fissato, tutto definito. Vi sembra possibile?

Solo voi, cari dotti dell’islam, nonostante la vostra cultura vittimista, avete l’arma per recuperare all’umanità tanti giovani dallo sguardo vuoto come i killer parigini: Allah, cioè il Dio Clemente e Misericordioso. Non si chiama così all’inizio di ogni sura coranica?

Dovete liberarvi del vittimismo secolare, del senso di sconfitta e dell’ermeneutica medievale, dovete guardare al mondo di oggi, ai vostri figli, al loro futuro, e farvi protagonisti di un Concilio Vaticano II in salsa islamica. Il solo alleato che avrete in questo cammino siete voi, non certo noi. Qualche individualità, certamente, forse l’ardimentoso papa Francesco. Ecco, credo che l’esempio del Grande Concilio potrebbe illuminarvi: era un cattolicesimo ferito dai suoi silenzi e dalle sue acquiescenze (lo disse Adenauer, che accomunò nel duro e sofferto giudizio anche le altre chiese cristiane) quello che seppe dopo secoli e secoli di ostinati rifiuti (extra ecclesia nulla salus) riconoscere la libertà religiosa. Quello che seppe cancellare la preghiera per il perfido giudeo dal messale del venerdì santo. Quell’esempio potrà aiutarvi a liberarvi di wahabismo e khomeinismo, malattie mortali, e salvare il futuro dei vostri figli. Ma sarete soli, lo farete da soli!

di R.C.


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