Il nuovo anno è cominciato per i reporter come quelli precedenti: malissimo. A neppure metà del primo mese già si contano undici vittime. La strage francese contro la libera informazione ha sicuramente accellerato il conteggio ma il primo sangue era già stato versato il 4 con il sacrificio di Khalid Mohammed al Washali nello Yemen, proprio la culla dei terroristi di Parigi. E frastornati dal dramma dei vignettisti di Charlie in pochi si sono accorti di un altro doppio, orrendo delitto. Proprio alla vigilia del blitz transalpino in Libia sono stati uccisi Sofien Chourabi e Nadhir Ktari, “giustiziati” da un gruppo affiliato allo Stato islamico. Lo riferisce il Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web. I due erano stati rapiti nel settembre scorso. L’esecuzione è stata compiuta a Barqah, a sud di Bengasi, affermano i jihadisti che pubblicano alcune foto dei due reporter. Nell’area da tempo è molto forte la presenza dei miliziani affiliati al “califfo” al Baghdadi, al centro di una battaglia senza quartiere contro le forze filo-governative libiche. L’ennesimo atto sanguinoso di chi vuole esasperare un conflitto di culture ormai senza limiti. E non si può non ricordare che è stata proprio la Francia (soprattutto) a ribaltare una situazione “sostenibile” con la rivolta contro un regime tutto sommato laico e uccidendo Gheddafi. Ora, anche lì, è il caos.