Come sarà il futuro?Alcuni rimangono speranzosi ma la gran parte è preoccupata. Viviamo in un mondo veloce e sempre più diseguale. Il caos aumenta. I problemi persistono, si aggravano, sono intricati e interconnessi e le soluzioni non sono facili. La crisi economica, sociale e politica sta aumentando le paure e le divisioni tra “noi e loro”. Le istituzioni democratiche e la leadership politica sono spesso deboli, divise e lente e la gente ha sempre meno fiducia nella loro capacità di risolvere i problemi.
Ci sono dunque molte ragioni per essere preoccupati. Quello che non possiamo permetterci è il panico. A nulla serve dividerci tra ottimisti e pessimisti. Così come non servono le analisi superficiali, i luoghi comuni. Quello che serve è cominciare a fare le cose diversamente.
Si può cominciare isolando i violenti, la violenza e la barbarie. Si può continuare assumendo la massima aurea “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”. Il passo successivo sarà scegliere e ordinare i valori che ci debbono tenere insieme e aumentare la loro coerenza con le nostre azioni.
Ci piaccia o no, il mondo sta cambiando impetuosamente. Molte coseche pensavamo durature stanno traballando. E anche a noi viene richiesto di cambiare.
Il cambiamento è un processo continuo, un cammino spesso difficile, che richiede chiarezza, determinazione e aiuto reciproco. Per questo bisogna camminare assieme, non da soli, allargando sempre più il cerchio delle persone coinvolte in un dialogo permanente basato sull’ascolto autentico.
(foto savethechildren.it)