In Azerbaigian la repressione degli organi d’informazione non allineati segna un altro punto a favore del governo del presidente Aliyev.
Il 26 dicembre la redazione di Radio Azadliq (così è chiamato in Azerbaigian il canale locale di Free Europe / Radio Liberty, l’emittente finanziata dal governo statunitense che dal 2009 può trasmettere solo online) è stata perquisita da agenti di polizia armati e poi chiusa su ordine della procura generale. I computer e le altre attrezzature sono stati sequestrati e i giornalisti allontanati dall’ufficio. Dodici di loro, due giorni dopo, sono stati convocati (in alcuni casi, prelevati direttamente a casa) in procura per interrogatori.
L’ufficio del procuratore generale ha dichiarato che il provvedimento di chiusura è stato preso nel corso delle indagini su un “grave reato”, non meglio specificato. Dovrebbe trattarsi dell’istigazione al suicidio di un ex giornalista di Radio Azadliq, Tural Mustafayev. Di tale reato, punito dal codice penale con sette anni di carcere, è accusata Khadija Ismayilova, giornalista investigativa e collaboratrice di Radio Azadliq, agli arresti dal 5 dicembre.
Le autorità giudiziarie azere ricorrono sovente a una fantasiosa gamma di accuse fabbricate (dall’evasione fiscale al possesso di droga) per incriminare gli oppositori, ma con quella di “istigazione al suicidio” hanno fatto un salto di qualità.
Questo nuovo attacco alla libertà d’espressione in Azerbaigian è meglio collocabile nel contesto della lotta contro la “lobby armena”, che secondo le autorità di Baku ispira ogni forma di dissenso e opposizione nei confronti del presidente Aliyev e della sua famiglia.
Siyavoush Novruzov, un alto esponente del partito al potere, il Partito del nuovo Azerbaigian, ha definito la chiusura di Radio Azadliq come necessaria per proteggere la sicurezza nazionale e prevenire lo spionaggio. “Ogni posto che lavora per i servizi stranieri e per la lobby armena dev’essere chiuso”.
Poco prima dell’arresto di Khadija Ismayilova, il capo dell’ufficio di presidenza Ramiz Mehdlev aveva accusato i giornalisti di Radio Azadliq di essere dei “traditori”, una “quinta colonna” del nemico. La giornalista era stata poi attaccata personalmente e definita “il miglior esempio di giornalismo contro il governo”.
Il 29 dicembre, a seguito di un decreto di grazia presidenziale, sono tornati in libertà 87 prigionieri tra cui i giornalisti Avaz Zeynalov e Serdar Alibeyli. Ciò nonostante, almeno 15 tra giornalisti e blogger sono attualmente detenuti nelle carceri dell’Azerbaigian, che secondo Reporter senza frontiere è al 160esimo posto su 180 nel rapporto annuale 2014 sul rispetto della libertà di stampa