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Uno strano ed inaspettato regalo di Natale per Taranto

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Jobs Act, il Cdm approva i decreti attuativi. E nel pacchetto la sorpresa per noi tarantini, un regalo di Natale: le  misure per la città di Taranto e per ‘Ilva. Nell’ultimo Consiglio dei ministri è stato varato il decreto che prevede l’amministrazione straordinaria  da gennaio 2015  per il gruppo dei Riva e fondi per circa  due miliardi,  per adempiere all’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale, dell’Ilva, per la bonifica e la riqualificazione di porto e infrastrutture, per la cultura e per  la  ricerca sui tumori infantili dell’ospedale tarantino. “Per me è l’atto più importante, il modo in cui voglio dare il buon Natale ai cittadini di Taranto, città spesso umiliata dalla politica”.

Questo è il regalo alla città da parte del Governo. Approvato il testo in Consiglio dei Ministri che decide il cambio di mano per il siderurgico tarantino. Ilva tornerebbe quindi nelle mani dello Stato, dopo l’era dei Riva. Eliminati i privati, lo stabilimento sarebbe  gestito da tre commissari straordinari, per un massimo di 36 mesi, poi si potrebbe vendere a chi pagherebbe  di più, offrendo garanzie di  produzione nel rispetto dell’ambiente, con numeri occupazionali forse differenti da quelli di oggi.

No a possibilità di essere indagato per il commissario nel caso in cui rispetti i tempi del piano ambientale, che vede comunque uno slittamento sicuro dei tempi delle tanto desiderate bonifiche. Sarebbero pronti 500 milioni di fondi europei e da Fintecna e finanziamenti  anche per il porto e per i musei. Il Premier parla del futuro di Taranto, affermando che l’Europa non può impedire la possibilità di salvare i bambini di Taranto…
…salvare i bambini di Taranto…dove ho già sentito queste parole?

Il  sindaco di Taranto, Ezio Stefano, si dice fiducioso, ma sono tanti i dubbi nei  cittadini e tra gli ambientalisti il giorno dopo il varo del decreto legge sull’Ilva da parte del Consiglio dei ministri del 24 dicembre.
“La responsabilità ci chiama e prendiamo in faccia il vento che serve cercando di rimediare agli errori fatti in passato. Ci sarà un grande e diretto investimento dello stato. Almeno un miliardo per l’ambientalizzazione e 800 milioni per gli altri investimenti”. Queste le parole del Premier  per quello che dovrebbe essere il nostro regalo di Natale, e gli spunti su cui riflettere sono davvero tanti.

Chi prenderebbe in affitto o acquisterebbe  Ilva domani dovrebbe solo garantire continuità produttiva, senza grosse garanzie occupazionali.
Ci sarebbe  lo slittamento delle prescrizioni che dovranno essere rispettate all’ottanta per cento entro luglio di quest’anno e ciò che resta lo deciderebbe  il presidente del consiglio con un successivo decreto. La copertura dei parchi minerali? Posticipata a data  ..e chi lo sa…

Vorrei riuscire a trasmettere le nostre preoccupazioni per questo strano regalo natalizio, racchiuse nell’immagine di copertina,  per cui ringrazio Luciano Manna, che mostrano ciò che accade a Taranto, nel giorno di Santo Stefano, e che si teme avverranno sempre, anche dopo questo passaggio di mani del siderurgico.
In quei fumi rossi non c’è futuro per i bambini che si vogliono salvare, non c’è speranza … In questi fumi rossi non c’è salute.  Se la città è stata umiliata per anni e si vogliono sul serio salvare i bambini di Taranto, si cominci a pensare a cosa fare di questi fumi, del vento che ci porta il minerale nei polmoni, della diossina che ci cammina silenziosa accanto. Non di porto senza salute, non di musei senza salute, non di ricerca per curare i tumori infantili che continueranno a colpire i nostri figli.

Se prevenire è meglio che curare, sia chiaro a chi metterà le mani su Ilva, che in questa città non c’è più da scommettere sulla pelle dei bambini. Non c’è più spazio per l’attesa. Si fermi tutto questo e si cambi rotta sul serio, o saranno inutili tutti i miliardi del mondo.
Oggi, dalle nostre finestre, sono queste le cose che si vedono. Una città che respira veleni. E Marinella lo sa, che s’affaccia ogni mattina e ci scatta le foto più dure del mondo. Che ci ricordano che oltre al mare e alla bellezza dei nostri luoghi del cuore, qui, ogni giorno, nell’indifferenza del mondo, si muore.


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