Ezio Mauro, il direttore di Repubblica, ha invitato il presidente Renzi a stoppare la legge sulla diffamazione, attualmente alla Camera per la terza e definitiva votazione, dopo di che quella che sempre più assomiglia ad una norma bavaglio diventerebbe legge dello Stato. Quel testo, di passaggio in passaggio, è ulteriormente peggiorato, dietro la retorica della abolizione della pena del carcere, sono state introdotte disposizioni capestro in materia di multe, di modalità delle rettifiche, di equiparazioni tra editoria tradizionale e nuovi media, per non parlare del nulla in materia di cosiddette “Querele temerarie”.
Se questo testo dovesse essere approvato, l’esercizio del diritto di cronaca diventerebbe ancor più problematico e i “temerari”, specie se ricchi e potenti, potrebbero continuare a minacciare i Lirio Abbate, i Giovanni Tizian e chiunque altro osasse mettere il naso nel malaffare e nella Mafiacapitale di turno. Una simile legge non potrebbe che peggiorare ulteriormente la già precaria posizione italiana in tutte le graduatorie internazionali in materia di libertà di informazione. Questo è il momento per indire una grande manifestazione nazionale per chiedere che questo testo sia affossato,ora e subito. Se proprio il Parlamento vuole approvare qualcosa, potrebbe limitarsi a recepire le sollecitazioni delle istituzioni europee che hanno chiesto all’Italia di abrogare il carcere per direttori e cronisti. Lo ripetiamo per l’ennesima volta: quello che non ci piaceva sotto il governo Berlusconi, non può e non deve essere accettato neppure sotto il governo Renzi!