Partecipando allo sciopero generale indetto dalla Cgil e dalla Uil, molti operai, tanti giovani, molti lavoratori precari diranno oggi al Governo Renzi che non li ha convinti. Che non pensano che la crisi sia specialmente colpa dei privilegi degli occupati, della sinistra che non avrebbe permesso ai governi Berlusconi di riformare il paese, né dei sindacati, per quanti errori possano aver fatto i sindacati.
Disoccupazione mai vista, recessione e deflazione, corruzione che dilaga e nuove mafie che si formano – quello di Roma è un fenomeno “originario”, hanno spiegato ieri i procuratori in Parlamento- sono semmai conseguenza di molti decenni di illusione liberista, della crescita senza limiti dell’ineguaglianza sociale che ha contrapposto l’arricchimento sfrenato di pochi alla classe media che ha visto infrangersi promesse e sogni e si va riducendo in una posizione proletaria se non addirittura in povertà. Mentre il degrado morale (che soffoca anche l’economia) è conseguenza diretta di leggi che hanno assicurato impunità ad evasori, a speculatori e a truffatori, con la complicità di un ceto politico (di destra ma, per subalternità, anche di sinistra) che, costantemente alla ricerca di leader provvidenziali e di riforme autoritarie, ha smesso da tempo di puntare sulla partecipazione e di credere nella democrazia.
Oggi sciopera anche il caffè. I conti con i titoli e i commenti dei giornali si farà domani, quando ci sarà da commentare -io lo spero e ci credo- anche il successo della manifestazione di protesta che postula una vera inversione della tendenza.