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AIDS: più lo mandi giù e… più ti tira su

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Vespa si è fatto pungere pubblicamente da inoculazione antinfluenzale in tempo di “vaccino omicida” un po’ come Sposini che in diretta mangiò il pollo in tempo di “aviaria assassina” per la serie: se lo fo io, tutti voi potere farlo ché non c’è pericolo. Di primo acchito è fatto sminuente (almeno per il quoziente intellettivo), tuttavia è ampiamente dimostrato che questa è performance più idonea per evitare “pandemia da panico”.

Quanto a fenomeni scatenanti allarmi i recenti eventi post vaccini antinfluenzali, così come a suo tempo, per esempio, l’H5N1 non devono certamente essere presi sottogamba. Tuttavia, da poiché questo mese dedica il suo primo giorno alla giornata mondiale contro l’AIDS vale la pena ricordare che: dal 2004 i casi AIDS in Europa sono aumentati dell’80%, prevalentemente nell’est. Riguardano purtroppo i giovanissimi e tra questi coloro che praticano rapporto sessuale non protetto. Un risultato agghiacciante: al mondo si calcola che solo un 50% degli affetti AIDS è a conoscenza del proprio stato. Nel nostro Paese il 20% dei portatori del virus ignora la sua positività. Sono dati del 2013. Il 2012 ha rivelato che almeno il 50% dei nuovi casi diagnosticati era già in fase avanzata della malattia. Pare proprio che l’AIDS non sparisca e manco si attenui o si diradi come -almeno così pare vogliano dimostrarci- sembra accadere per SARS, suina, mucca pazza, aviaria (fra un po’ l’ebola?). Tuttavia s’è praticamente smesso d’avvertire o di molto abbassato la guardia sulla pericolosità dell’HIV (molto più subdolo degli altri potenziali mortali virus di nostra conoscenza, perché silente, asintomatico per lunghissimi tempi nei quali il portatore può contagiare centinaia d’altri individui!) attenuabile o addirittura ovviabile con massicce campagne di prevenzione sul sesso protetto e sul sottoporsi a esami periodici in caso di dubbio: entrambi i metodi salvano la vita.

L’ignoranza è una bestia immonda e d’AIDS si muore soprattutto per causa sua.


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