1) «Due giovani donne indiane entrarono nell’ospedale del Servizio Sanitario Indiano per appendicite, in un giorno d’ottobre del 1970, e ricevettero un “servizio extra gratuito”: la legatura delle tube. Le due ragazze sono state sterilizzate all’età di 15 anni, senza consenso e senza avvisare i loro genitori…». [Native Peoples on the Trail of Tears Once More di Mark Miller, Judith Miller e Chris Szechenyi]
2) “Delle 80 indiane sottoposte a sterilizzazione nell’arco di 6 ore (mioddio: il veterinario per intervenire su 80 gatte in calore ne impiega almeno 72! NdR) 11 sono morte, 20 sono in coma e le restanti sono in prognosi riservata” [notizia freschissima del novembre 2014 riportata da tutte le testate nazionali, seppur ampiamente in via di sfumatura].
Prima che mi dimentichi: alla 1) si parlava delle indiane dello statunitense Montana (i nativi d’America che noi ci piaceva chiamare pellerossa) alla 2) trattasi delle indiane dell’India (BRIC) globalmente emergente che, spontaneamente (per 10 dollari offerti dal governo, soldi con cui sfamano per un mese l’intera famiglia) vanno a farsi sterilizzare.
Ci piace vincere facile traducendo (con qualche forzatura ché è il global bellezza!) in “pianificazione familiare” eh?
La realtà si traduce invece sostanzialmente in “sterilizzazione di massa forzata”. Mi pare di vedere le vostre espressioni inorridite. Intanto è bene sapere che la “sterilizzazione di massa” è stata riconosciuta crimine contro l’umanità nello Statuto di Roma del 1998 (ebbene sì, solo allora), entrato in vigore 4 anni dopo e rivisto nel 2010. E’ sufficiente dare una scorsa qui http://it.wikipedia.org/wiki/Sterilizzazione_obbligatoria e http://it.wikipedia.org/wiki/Sterilizzazione_obbligatoria per comprendere sostanzialmente come invece stiamo messi.
In ogni caso va riconosciuto che questa “sperimentazione” è supportata a livello mondiale da unanime consenso politico. Nonostante l’andazzo nel “fare gli indiani”, è notorio infatti che il mondo civile -oggi altrimenti detto globale- considera la cavia femmina umana ancora in assoluto la migliore protagonista del mercato. Mica pizzi e fichi (d’India)!