BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Non si ferma la ‘ndrangheta

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Non passa giorno senza che le notizie sulle imprese  della più forte associazione mafiosa d’Italia ma con ogni probabilità dell’Europa e del mondo intero, la ‘Ndrangheta ,che ha i suoi santuari originari al santuario della Madonna dei Polsi e a Platì, non sia al centro di indagini e arresti eseguiti all’alba o di notte in Lombardia, in Veneto e in Calabria, nei confronti di donne e uomini indagati per associazione di tipo mafioso. L’ultima di qualche ora fa, diretta dal procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini, con arresti eseguiti nelle province di Milano, Como,  Monza- Brianza, Vibo Valentia e Reggio Calabria.

I tredici indagati dalla Pro cura distrettuale antimafia milanese sono accusati di associazione di tipo mafioso ,detenzione e porto abusivo di armi, intestazione fittizia  di beni, reimpiego di denaro di provenienza illecita, abuso di ufficio, minacce e danneggiamento mediante incendio. Gli arrestati-si è appreso-avevano contatti con esponenti del mondo politico, istituzionale, imprenditoriale e bancario da cui ottenevano  vantaggi, notizie riservate e finanziamenti. Accertati, a quanto pare, gli interessi delle cosche ‘ndranghetiste in speculazioni immobiliari e in subappalti di grandi opere connesse ad Expo Milano 2015.

In parti colare i mafiosi avevano rapporti con un agente di polizia penitenziaria, un funzionario dell’Agenzia delle Entrate, un imprenditore immobiliare, attivo anche nel mondo bancario e con vari consiglieri comunali di comuni del Milanese.  Del resto non è un mistero almeno per chi anni lavora in una procura della repubblica o studia da vicino il fenomeno mafioso, quali dimensioni hanno assunto gli affari a cui si dedica il mondo della ‘ndrangheta.   Basta verificare per esempio che sei anni fa ancora nel 2008 in Lombardia (dove l’associazione calabrese ha una succursale di grande importanza sono avvenute 4.222 operazioni contro il commercio degli stupefacenti, il sequestro di essi ha consentito 12.283 chilogrammi di droga, gli arresti eseguiti in quelle operazioni sono stati  5236 con il deferimento di 924 arrestati e una divisione significativa degli indagati tra 2.721 italiani e 3.522 stranieri a dimostrare l’avvenuta globalizzazione del mercato mondiale degli stupefacenti.

E sempre sei anni fa in Calabria, base strategica dell’associazione e ancora per certi aspetti centro direttivo di quella mafia, erano avvenute 717 operazioni, 643,89  kg di stupefacenti sequestrati e 987 arresti di indagati secondo una proporzione tipica ormai a livello nazionale e internazionale. Se si seguono i dati negli anni successivi, si può verifica re che l’aumento è stato costante negli anni successivi fino all’ultimo anno già concluso che è il 1013 fino a poter affermare che ormai la complementarità tra Sud e Nord è perfetta nel senso che i mercati sono ,come è ovvio, fecondi e paganti più al  Centro Nord per le associazioni a cominciare da quella ‘ndranghetista che ha un rapporto quasi  monopolistico nel traffico della cocaina grazie al rapporto privilegiato con i centri produttivi della Colombia ma i centri direttivi della Calabria, della Campania, della Sicilia e della Puglia (oltre che del Lazio, per quanto riguarda i rapporti con la politica e i media) conservano una loro non trascurabile importanza.

E quel che sempre più diventa chiaro è un’idea che si sta ormai diffondendo anche nei film e in alcuni libri fatti con serietà e anni di ricerca e che uno studioso che è stato in anni ormai lontani mio allievo all’Università di Torino, Enzo Ciconte, ha scritto con chiarezza in un suo recente libro su Le proiezioni mafiose al Nord uscito con l’editore Rubettino.  “Questo-ha scritto a ragione  lo studioso calabrese-non è la stagione dei killer o degli uomini capaci di organizzare ed eseguire stragi orrende;questa è l’ora di economisti, investitori, riciclatori, broker, uomini che conoscono gli anfratti della finanza: è il loro momento, sono loro l’ossatura della ‘ndrangheta del futuro. Sono questi gli aspetti essenziali e distorti che hanno caratterizzato la cd modernizzazione in Calabria e in altre parti del Mezzogiorno.”


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