“Dignità autonome di prostituzione” di L. Marchionna ha inaugurato a Roma la stagione del Brancaccio
Constatare che Luciano Marchionna riassembla, reitera, coagula (da otto anni, con alternanza di cast) uno spettacolo\format ‘adescante’, provocatorio, ma di infallibile costrutto drammaturgico sarà banale ma è l’imprescindibile, solidissimo ‘appeal’ di “Dignità Autonome di Prostituzione” (ad apertura di stagione al Teatro Brancaccio di Roma). Che infatti non perde, nel tempo, un milligrammo di ‘dignità civile’, attualità ed urgenza politica: a rischio di ricetta collaudata e vincente, forse anche ‘furba’, smaliziata, ma nulla affatto decotta, per la ‘retrocessione obnubilata’ (non solo teatrale) dei tempi vissuti , sia in ambito culturale, sia nei rapporti interpersonali: non a caso conficcati, oggi più di ieri e meno di domani, sul paradigma del do-ut-des, del clientelismo cronico, dell’elargizione al posto del diritto . Ad imprimere ‘dovere di cronaca’ (traslato in allegoria scenica), mai evaporata, anzi pervasiva come pandemia d’ogni ‘ars creativa’- comunque boccheggiante e che nulla mai ‘diede da sfamare’ (luogo comune paranazista e paracadute d’ogni inerzia mentale e non escogitante)- è quindi , nel serale happening di Marchionne, il prolungarsi del deperimento teatrale (operistico, coreutico, editoriale, del cinema di qualità) in cui torna a bearsi la repubblica delle banane, mandando in malora-oltre al suo patrimonio storico-anche chi di esso dovrebbe nutrirsi e poi diffondere, diramare.
Domanda semplice semplice: se (come affermava il Marinetti più infocato e scriteriato) “l’unica cosa seria, a questo mondo, è il denaro” perché non ‘avversare’ il nemico con le sue stesse armi? Fare finta di ammettere “Sì. Il Teatro è La Casa chiusa dell’Arte, dove gli attori – come oggetti di harem – sono alla mercé dello spettatore”. Abbigliati chiassosamente in vestaglia, in decolté o giacca da camera, “lasciamo che, o siano abbordati, dai clienti/spettatori”, che muniti di dollarini – denaro che ha valore ‘locale’ – contrattano la prestazione con una sorta di Alta Famiglia Prosseneta, tenutaria della viaggiante maison, in (accoglienti?) atmosfere di falsa allegria che tanto ricordano l’ “Amarcord” di Fekllini, “L’uovo del serpente”di Bergman , “Cabaret” di Bob Fosse- ma in una acre emulsione che fa tutt’uno del burlesque e della ‘viaccia’ secondo i modelli (desolanti) di Pratolini e Brancati.
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Conclusa la trattativa, che arreca imbarazzati risolini di uomini e donne (spetta\attori compartecipi) ‘la clientela’ – si apparta con l’ ‘entreneuse o entreneur’ tra i camerini del teatro stesso, dove si fruirà di una o più ‘pillole di piacere’: ovvero, monologhi o performances del teatro classico e contemporaneo, che poco hanno a che vedere con l’erotico-lascivo e molto, tantissimo con l’umana tribolazione del sopravvivere ‘al tempo dei lupi’ (quanta dolcezza,aggressività suadente nella donna ‘dal mal di luna’in cui mi imbatto…) e dell’economia ‘globalizzata’ i cui manovratori bivaccano tra meeting finanziari e summit di criminalità organizzata, in perfetta emulsione, simbiosi, trasfusione di identità e fini ultimi (della sepoltura di dignità per ‘il volgo’).
E poi: se la vita s’è (ar)resa, tutta intera,’mercato’ e ‘mercanzia’ perché il Teatro non deve (per rifondarsi?) trasfigurarsi in bordello? O, se preferite “ritrovarsi, fino all’una e mezza di notte, a una festa congegnata nel minimo dettaglio”, travolti da un’energia inarrestabile ma intimamente sofferta, rabbiosa, ribelle ai diktat (idolatrati) di pater-profitto?
In sintesi, “Dignità autonome di prostituzione” non è una pièce, né un’opera teatrale in senso stretto, bensì un ‘tranello scenico’ che scardina “dal suo stesso interno” le norme classiche del teatro cui ci si adagiava ed assistere (‘per digerire, o preparasi a una borghese cena’- ironizzava Brecht). Chiediamoci: è una festa della rivolta, del ribaltamento, dell’insurrezione al vivere soggiogati da ricatto e paura (che è comune del teatrante e dello spettatore in ogni ambito della ‘necessaria convivenza’)?È il trionfo della goliardia e della stravaganza in un vortice di spiazzamenti cui si è coinvolti senza mezzi termini? Le risposte, come è bene che sia, restano in sospeso, e nessuno si azzarderebbe a proporre (specie in pubblico) panacee univoche.
Resta inenarrabile e soprattutto perturbante questa sfilata (come al gay pride) di donne bistrate e succinte, femmenielli in piume di struzzo, gigolò che sbottano a piangere confessandoti nei dettagli la violenza carnale subita da bambini (tra le favelas di una qualsiasi città ai confini della terra). Dal teatro alla bolgia il passo è breve, e pur se lo schema dell’appartarsi e del ‘pattuire per gioco, ma mica tanto’( sentivo un loffio pietosire davvero il cellulare privato dell’imbarazzata attrice) va avanti all’infinito, siamo in tanti a ‘gettare la spugna’ prima della fine: non per noia, ma per la vergogna umana, meticcia, globalizzata- che tutti ci reifica, avvelena ed avvilisce. Avendo perso la forza del reagire combattivo e subìto (dall’alto, dall’inoppiamento del capitale massmediatico) lo sfarinamento della solidarietà umana: di classe e di samaritani.
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“Dignità autonome di prostituziione” scritto e diretto da Luciano Marchionna: Cast: Michela Andreozzi / Agostino Aresu / Maria Chiara Augenti / Raffaele Ausiello / Tiziana Avarista Alessandro Baronio / Gaia Benassi / Lina Bernardi/Patrizia Bollini / Andrea Caiazzo\ Betta Cianchini / Camillo Ciorciaro / Cinzia Cordella / Salvatore Corigliano / Veronica D’Elia Marika De Chiara / Sylvia De Fanti / Valentina De Giovanni / Adelaide Di Bitonto / Antonella Elia Clio Evans / Adriano Falivene / Annarita Ferraro / Fiordaliso / Emanuela Gabrieli / Giulia Galiani David Gallarello / Martina Galletta / Sebastiano Gavasso / Irene Grasso / Gabriele Guerra\Davide Guglielmi / Her / Alessandro Lui / Milla / Momo / Francesco Montanari\Alessandra Muccioli / Joan Negrié / Lavinia Origoni / Carla Petrachi / Caterina Pontrandolfo\ Autilia Ranieri / Daniele Russo / Paola Sambo / Lorenzo Schiavo / Simona Seraponte\Shi Yang Shi / Enrico Sortino / Chiara Spoletini / Sandro Stefanini / Dalal Suleiman\Adele Tirante \Nella Tirante / Massimiliano Vado / Emanuela Valiante / Fabio Vasco- E gli allievi della Scuola di Recitazione Fondamenta. Teatro Brancaccio, Roma