Non parteciperò al voto per le nomine delle Autorità di garanzia, a cominciare dalle prossime, previste per mercoledì, e che riguarderanno AgCom e Privacy. Non si tratta di uno scatto umorale, ma della naturale prosecuzione dei deliberati della assemblea di Articolo21 e della nostra convinta adesione alla campagna promossa da Open Media Coalition.
Mancano pochi giorni alla scadenza, l’aula dovrà pronunciarsi mercoledì prossimo, e, sino ad oggi, non sono state rese note le candidature e quindi sono ignoti i profili professionali.
In queste condizioni ciascun partito voterá un candidato, ed il principio di fedeltà sarà l’unico criterio possibile.
Sarà bene ricordare che la AgCom, per 7 anni, sarà l’arbitro del settore, vigilerà o meglio dovrebbe vigilare sui conflitti di interesse, dovrebbe occuparsi della libertà dei mercati e della rete, dovrebbe contrastare le posizioni dominanti.
Berlusconi non ha staccato la spina al governo perchè molto si attende proprio in questa materia, nelle modalità di gestione dell’asta per le frequenze, e nei prossimi assetti della Rai.
Diamogli atto di aver ben chiari i suoi interessi privati, ma tutti gli altri?
Ora 70 parlamentari del Pd, dell’Idv, del gruppo misto, dell’Api, di Futuro e libertà, del gruppo misto, ma anche qualcuno del centro destra, hanno chiesto al presidente Fini di “sospendere” le votazioni e di consentire una discussione pubblica ed il confronto tra diverse candidature.
Ci sembra un fatto inedito ed importante.
Per questo ci permettiamo di chiedere a Pierluigi Bersani, in qualità di segretario del più importante partito del centro sinistra, di promuovere lui una riunione per individuare un percorso comune sia per la nomina delle Autorità, sia per le future nomine alla Rai.
Ci rivolgiamo a Lui, anche perchè abbiamo condiviso la sua fermezza nel dire no a nuove nomine Rai con la legge Gasparri, quella che ha ripristinato il controllo diretto da parte dei governi e dei partiti.
Diciamo subito che non ci è piaciuta la doppiezza di chi prima lo aveva invitato a non utilizzare un metodo politicamente inquinato ed inquinante, e poi, invece, vorrebbe convincerlo a cambiare posizione e a piazzare qualche fedelissimo a viale Mazzini.
Noi, invece, ci auguriamo che Bersani tenga duro e convinca lo stesso Monti a presentare una proposta di altissimo profilo, capace di spiantare vecchi metodi e decrepite abitudini, per la Rai e per le Autorità di garanzia.
Un presidente Che vuole mettere le mani sul mercato del lavoro, non vorrà mica alzare bandiera bianca di fronte al conflitto di interessi?
Promuova Bersani,con chi vuole lui, con Vendola, Di Pietro, Tabacci, Casini Futuro e Libertà, con movimenti e associazioni, con chi ha davvero a cuore l’articolo 21 della Costituzione, una riunione per decidere un percorso comune, per raccogliere candidature ed auticandidature, per far precedere qualsiasi votazione da una discussione pubblica e transparente.
Sarà interessante vedere chi risponderà all’appello e chi preferirà invece restare a casa, interessato solo a salvaguardare vecchi metodi e antichi lotti.
Sarà comunque utile per capire chi davvero è interessato ad una alternativa di metodi e di comportamenti rispetto alla lunga stagione del berlusconismo e chi invece ha in mente una semplice sostituzione di nomi e, forse, di qualche cognome.