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La Corte e il parlamento

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Giuseppe Tesauro, già professore nell’Università di Napoli, Catania, Messina e Roma (in quella partenopea   si è laureato anche chi scrive ma, con l’ex giudice costituzionale Virgilio Andreoli, discutendo la sua tesi sulle sentenze di rigetto della Corte costituzionale) sta per lasciare la Corte ed è stato appena eletto presidente della Consulta che lascerà, per trascorso mandato, il 9 novembre prossimo, una settimana prima del suo settantaduesimo compleanno, è scandalizzato per la durata mostrata dalle due Camere riunite, la riflessione come è stata battezzata negli ambienti politici della capitale.

Il presidente Tesauro afferma che il parlamento sta dando uno spettacolo  indecente  da tre mesi e mezzo (che si riverbera  anche sulla Corte) al Paese: come se la Corte fosse diventata un terreno di scorribande politiche in grado di coinvolgere anche il presidente della repubblica che, a sua volta, dovrà nominare altri due giudici. “C’è, nel nostro Paese – aggiunge il Presidente – e  una retorica anti-istituzionale e una cattiva e ingiusta considerazione che va dai nostri compensi alle stesse decisioni della Consulta.” Il giornalista chiede al giurista (che è stato, in precedenza, presidente dell’Anti trust  se è a determinare quello che è successo ha contribuito anche la sentenza recente della Corte sulla decisione  con cui i giudici costituzionali hanno decretato l’incostituzionalità dei tagli agli stipendi dei magi strati(su cui l’ANM proprio ieri ha preso di nuovo posizione duramente) ma a questa domanda il presidente risponde senza esitazione :”Li c’era in ballo l’eguaglianza tributaria.

Se volevano aumentare il prelievo sulle retribuzioni più elevate ,dovevano farle per tutti e non soltanto per i giudici. ”  Tesauro aggiunge anche   che la Costituzione degli Stati Uniti, di cui nessuno discute oggi la democraticità, prescrive l’intangibilità delle retribuzioni dei giudici della Corte suprema durante il loro mandato. Un organo che fa da contrappeso al governo va tutelato proprio rispetto al potere politico. ” Tesauro è convinto che la precedente carriera politica non influisce sulla capacità dei giudici di esercitare la necessaria imparzialità una volta eletti giudici della Corte Costituzionale e ricorda il caso di Mauro Ferri, ex segretario del  Partito Socialdemocratico Italiano.  Il giornalista ricorda l’uomo di Arcore che arrivò a dire che la Corte era egemonizzata dalla sinistra ma conclude ritenendo che l’Esecutivo in Italia ha sempre cercato di limitare i poteri della Corte e afferma di averlo già verificato in passato come presidente dell’Antitrust. Ricorda che lo stipendio dei giudici non supera i dodicimila euro netti al mese, una retribuzione notevole negli anni di incarico ma non tale da far dimenticare la grande prepa razione, il forte  impegno e le scelte difficili da compiere nell’interesse del Paese e della costituzione repubblicana.

Il presidente ricorda la sentenza che ha reso possibile le unioni tra persone dello stesso sesso e quella più recente sulla fecondazione eterologa. Giacché riguarda una liberà incoercibile come autodeterminazione al diritto di aver  E’ convinto, e lo sono anch’io,  che la Consulta abbia contribuito a far crescere il tasso di civiltà giuridica nel nostro Paese e ricorda che la Corte costituzionale  italiana ha recepito decisioni importanti della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo e la Corte di Giustizia di Lussemburgo. Anche rispetto ai fondi europei,  Tesauro afferma che dovremmo imitare quello che fan no paesi come la Spagna, il Portogallo e l’Irlanda che si presentano all’Unione con progetti seri e realizzabili mentre noi “andiamo con la mano aperta: dateci i soldi e poi si vedrà come utilizzarli.” Sulla politica del governo attuale, il presidente della Corte dà un giudizio chiaro ma prudente:” Ci sono cose buone e altre che possono essere migliorate. E’ una riforma quella presentata che necessita di una sedimentazione maggiore. La logica del “purché si faccia” non può funzionare: l’articolazione delle competenze è questione troppo delicata. ” Un monito chiaro, mi sembra, per chi in questo momento dovrà decidere di fronte al Paese che continua ad essere in difficoltà, non soltanto dal punto di vista economico e sociale ma anche morale e politico.


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