Dopo la famigerata “linea rossa” e la definizione degli insorti come “dentisti e contadini” arriva il terzo tradimento della rivoluzione siriana da parte di Obama?
Prendersela con Obama è facile. Farlo per partito preso è sbagliato. Così il suo discorso del 10 settembre sulla campagna aerea merita di essere commentato adesso, e non a caldo. Per definirlo il terzo tradimento occorrono elementi. Un anno prima del suo discorso del 10 settembre 2014, cioè il 10 settembre del 2013, il presidente premio Nobel si era dimenticato di aver tracciato linee rosse sulla sabbia del siriano, lasciando passare l’uso di armi chimiche contro la popolazione siriana. E’ credibile che oggi mantenga fede all’impegno preso? Vediamo.
Prima dello “storico” discorso del 10 settembre 2014 nel quale ha annunciato raid aerei contro l’ISIS in Iraq e Siria senza invio di uomini sul terreno, ma armando gli insorti del Free Syrian Army, il presidente premio Nobel ha irriso gli insorti siriani del Free Syrian Army, massacrati da Asad da un lato e dall’ISIS dall’altro. Quella siriana, ha spiegato più volte con sociologico cinismo, “è una rivoluzione di contadini e dentisti, mai potrà prevalere”. Affermazione ripetuta ancora nell’agosto 2014 nella famosa intervista a Thomas Friedman.
Un mese dopo, nel discorso del 10 settembre invece il presidente ha annunciato che i bombardamenti contro le basi dell’ISIS in Siria non saranno coordinati con il regime di Asad, “che ha perso ogni legittimità”. Per garantire ai suoi concittadini che l’operazione sarà vittoriosa e senza l’invio di soldati statunitensi, Obama ha fatto riferimento e appello ai “dentisti e contadini”, impegnandosi ad armarli. Tutto questo però stride con quanto affermato dall’autorevole Foreign Policy, per il quale ” fonti ufficiali americane hanno apprezzato in privato i bombardamenti del regime di Asad contro alcune postazioni dell’ISIS.” Bombardamenti tanto esibiti quanto inusuali, questi ultimi, a differenza di tantissimi altri, tanto usuali quando ignorati.
Obama ha assicurato che il Free Syrian Army verrà rafforzato con 500 milioni di dollari, che rientrano però nel pacchetto di 5 miliardi di dollari chiesti dalla Casa Bianca al Congresso senza fornire dettagli né avviare consultazioni, alimentando seri dubbi sul fatto che lo stanziamento possa venire approvato da un Congresso dove, privo di maggioranza alla Camera, si accinge a perdere anche la maggioranza al Senato nelle imminenti elezioni di Novembre. In ogni caso è già ufficialmente chiarito che gli Stati Uniti non forniranno al Free Syrian Army missili terra-aria, rendendo loro e la popolazione civile vulnerabile agli attacchi aerei dell’esercito siriano.
Non è un caso che proprio l’11 settembre, un giorno dopo il discorso obamiano, l’esercito di Bashar al-Asad ha perpetrato un’ennesima strage di innocenti, inclusi vecchi e bambini, bombardando la periferia di Damasco. Né conforta che nel suo discorso del presidente non vi siano riferimenti al rapporto dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche, che denuncia l’uso sistematico di bombe al cloro, sganciate da elicotteri capaci di volare ad alta quota, che solo un soggetto in Siria può possedere.
Il terzo tradimento di Obama, a dire il vero, appare dietro l’angolo.