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Carcere, totonomine per la direzione del Dap: il favorito è Santi Consolo

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Non sarà il Consiglio dei ministri del 29 agosto a svelare il nome del futuro capo dell’amministrazione penitenziaria. La nomina slitterà di una settimana. Tra i papabili anche Giovanni Salvi, Giovanni Melillo e Mauro Palma

ROMA – Tre mesi senza capo dipartimento, ma per l’Amministrazione penitenziaria (Dap) il totonomine sembra essere arrivato agli sgoccioli: Mauro Palma, Giovanni Salvi, Giovanni Melillo e Santi Consolo in pole position, con il quarto nome che risulta il favorito dell’ultima ora. Secondo quanto trapela dagli ambienti istituzionali, però, non sarà il prossimo Consiglio dei ministri quello in cui verrà svelato il nome del futuro capo voluto dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Troppa carne al fuoco, probabilmente, per un Cdm ad alta tensione soprattutto sui temi della giustizia e così, secondo alcune fonti, la scelta del nuovo capo del Dap potrebbe slittare di una settimana.

Nonostante il sistema penitenziario italiano sia ormai sorvegliato a vista dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, che a maggio scorso ha concesso un anno di tempo all’Italia per rimettersi in carreggiata sul tema sovraffollamento dopo la storica sentenza del maggio 2013 sul caso Torreggiani, dal 27 maggio il Dipartimento non ha più un capo. Ultimo a ricoprire l’incarico Giovanni Tamburino, esautorato per scadenza del termine dei 90 giorni entro cui doveva essere riconfermato dal governo Renzi. Da allora, del capo del Dap, più nessuna notizia ufficiale, come del resto anche per altri dipartimenti, come quello delle Politiche antidroga.

Quattro i nomi fra cui potrebbe avvenire la scelta della nuova guida dell’amministrazione penitenziaria. In un primo momento si era pensato a Giovanni Salvi, attuale procuratore capo di Catania. Il suo nome era stato dato tra i favoriti già prima della mancata riconferma di Tamburino. Una scelta, quella di Salvi, che sarebbe rimasta nel solco della “tradizione”, ponendo a capo del Dap un magistrato, stavolta inquirente come nel caso dell’ex capo del Dap Franco Ionta, rispetto alla parentesi del magistrato di sorveglianza avvenuta proprio con Tamburino. Tra gli altri nomi su cui si pensa possa cadere la scelta, anche uno vicino al ministro Orlando, cioè Giovanni Melillo, ex procuratore aggiunto di Napoli e attualmente capo di gabinetto del Guardasigilli.

Negli ultimi giorni, però, tra i possibili candidati è stato più volte nominato un outsider: il professor Mauro Palma. A tirare in ballo il presidente del Consiglio europeo per la cooperazione nell’esecuzione penale, Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone in un articolo di qualche giorno fa pubblicato sul Manifesto. Nell’articolo, Gonnella non anticipa la possibile nomina, ma auspica un cambio di rotta rispetto al passato sperando in un “capo del Dap che abbia il coraggio di non essere solo un funzionario pubblico”. Di qui il nome di Mauro Palma, senza il cui contributo, spiega Gonnella “L’Italia avrebbe subito ben altra sorte a Strasburgo”. Che sia una previsione o soltanto una provocazione, l’auspicio di Gonnella nei giorni scorsi è stato preso in seria considerazione dal sindacato della Polizia penitenziaria, il Sappe. Per il segretario generale del sindacato, Donato Capece, intervistato dal Manifesto, Mauro Palma potrebbe essere la “persona giusta” alla guida del Dap. “Dopo tanta approssimazione – spiega Capece -, c’è bisogno di un esperto, non necessariamente un magistrato o un dirigente interno, ma una persona illuminata. Con lui potremmo fare un percorso alternativo e forse è proprio lui l’uomo che potrebbe restituire dignità al nostro Corpo, attraverso la riforma della Polizia Penitenziaria”.

Nonostante sia difficile fare previsioni attendibili sulle nomine con l’attuale governo Renzi, nelle ultime ore è trapelato il nome del favorito. Non si tratta né di Salvi o Melillo, tanto meno di Mauro Palma. A ricoprire l’incarico di capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria di qui ad una settimana potrebbe essere un volto noto allo stesso Dap, cioè quello di Santi Consolo, già vice capo del dipartimento durante la gestione Ionta fino al 2011. Nominato da pochi mesi come nuovo procuratore generale di Caltanissetta dopo aver ricoperto lo stesso incarico nella procura di Catanzaro, Consolo ha 63 anni ed è siciliano, originario di Gangi, nel palermitano. Nella breve parentesi all’interno del Dap ha riscosso anche l’ammirazione del Sappe, che in una nota pubblicata in occasione del suo ritorno in magistratura, ne apprezza la “professionalità, la preparazione e la grande serietà del magistrato siciliano che siamo sicuri avrebbe potuto dare molto alla nostra amministrazione”. (ga)

Da redattoresociale.it


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