“Mercoledì 27 agosto a Rivergaro, suo Comune di origine a pochi chilometri da Piacenza, i funerali del giornalista della “Libertà” Camillo Galba, componente della Giunta Esecutiva e del Dipartimento sindacale della Fnsi, morto a 57 anni lunedì dopo una breve e impietosa malattia. Ai funerali che si terranno nella chiesa di Sant’Agata a Rivergaro, per l’ultimo saluto a un giornalista e a un sindacalista stimato, la cui scomparsa ha suscitato profonda emozione e incredulità in quanti lo hanno conosciuto o ci hanno lavorato insieme, accanto ai famigliari e ai conoscenti di una vita ci saranno numerosi esponenti della Giunta della Fnsi e presidenti e dirigenti delle associazioni regionali di stampa”. Lo scrive in una nota il segretario Fnsi Franco Siddi.
“Nel mondo sindacale e degli organismi nazionali di categoria, la morte di Camillo Galba e’ vissuta con sgomento e sentimenti di profonda partecipazione. Appena 45 giorni fa aveva partecipato attivamente alle riunioni della Commissione contratto e della Giunta, proponendo le un suo contributo sulle sfide che interpellano la professione del giornalista e il mondo dell’editoria oggi. Lo ha fatto con il suo stile, asciutto e concreto, sempre alimentato dalla sua formazione liberale e dalla sua sensibilità di un uomo preoccupato per le criticità del lavoro ma fortemente ancorato nel considerare centrali le libertà ed i diritti dei giornalisti, da coniugare con la concretezza dell’impegno rigoroso senza pregiudizi ideologici.
Camillo Galba, con onestà intellettuale, ha sempre offerto il suo contributo prezioso d’impegno sindacale e di pensiero, mai rinunciando al suo modo di essere e sempre disponibile a misurare le proprie opinioni con quelle degli altri, in una visione progressiva in grado di aggiornare costantemente anche i propri giudizi. Parole poche e misurate, le sue, inquadrabili nella condivisone dei principi del manifesto dell’Unione Nazionale di Giovanni Amendola, dell’8 novembre 1924: “Libertà del lavoro e sacralità delle leggi di valore universale”.
Già, nella camera ardente dell’ospedale di Piacenza, sono stati numerosissimi i collegi e i cittadini che hanno voluto rendere omaggio a un collega e a un conoscente non solo mite e disponibile, timido e solido, ma personalità preziosa che ha servito con dignità e libertà la collettività del suo mondo di lavoro e ha onorato, senza cercare ribalte, la professione giornalistica.”
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