Dall’invasione statunitense dell’Iraq questa formula è sotto attacco: i pasdaran, come i neocon statunitensi, hanno pensato di smantellare gli stati, sostituendoli con entità tribali, confessionalmente omogenee. L’operazione è cominciata in Iraq, dove proprio al-Baghdadi è riuscito misteriosamente a scappare dal carcere americano dove era recluso. Al Maliki, uomo dei pasdaran, ha perseguitato la minoranza sunnita. Assad in Siria ha messo in opera la più mostruosa operazione di pulizia etnica. Or l’ISIS vuole distruggere per sempre e anche SIMBOLICAMENTE l’idea stessa di società complessa,praticando l’orrore che vediamo in queste ore.
Consentire che i leader sunniti moderati venissero decimati è stato un orrore. Consentire che i leader cristiani loro interlocutori ( Kassir, Ghanem, Hawi, Tuèni, Gemayyel) venissero impunemente assassinati per le strade di Beirut è stato un orrore. Consentire che Assad usasse ogni tipo di arma ignobile, dai gas ai barili bomba, per sterminare la popolazione siriana, è stato un orrore.
Oggi distruggere l’ISIS è un imperativo morale del mondo libero. Ma per riuscirci bisogna riconoscere tutto questo , indicare in Putin il complice di questo efferato disegno khomeinista.
Trovare i sunniti moderati sotto le macerie che per dieci anni i teocratici alleati dei pasdaran hanno riversato su di loro non sarà facile. Certo non ci si riuscirà con un progetto che non si chiami “Taef regionale”: un progetto nel nome del vivere insieme e contro gli angeli sterminatori. Una strada non facile ma priva di alternative. Per seguirla possono servire anche la maniere forti, come il popolo siriano ha invocato per anni.