Bisogna partire da chi paga il canone. La riforma della Rai va fatta subito, in tempi rapidissimi, ma bisogna per prima cosa tenere in assoluta considerazione il diritto dei cittadini di avere un’informazione pubblica libera, puntuale e imparziale. E allora, se questo è l’obiettivo, è giusto fissare tempi serrati e, come ha detto il presidente del consiglio Renzi, accelerare.
Un’urgenza che il sindacato dei giornalisti sottolinea da una ventina d’anni, come ha ribadito anche il segretario dell’Usigrai Vittorio di Trapani: la riforma della Rai va fatta partire al più presto. Ma non si può iniziare dai tagli e dagli organigrammi; il primo punto deve essere quello di rendere l’informazione del servizio pubblico più libera dai partiti, meno legata ai potentati economici e politici; insomma una Rai più vicina ai cittadini che pagano il canone e più lontana dalle lobby.
Si deve perciò partire dalla testa, dalla trasparenza dei criteri di scelta dei vertici dell’azienda, dalla partecipazione dei cittadini e delle associazioni alla loro nomina. E poi, a cascata, arrivare alla riorganizzazione delle testate, dell’informazione nelle reti, delle sedi regionali delle quali si deve riconoscere l’importanza strategica per la conoscenza e il presidio del territorio. Tenendo però fisso il grande obiettivo da raggiungere: ridare voce a chi non ne ha, portare la luce su pezzi d’Italia e del mondo dimenticati o tenuti nascosti. Insomma fare servizio pubblico per restituire il servizio pubblico ai cittadini.